Siamo
alla vigilia di un importante appuntamento: il prossimo contratto dovrà
riconoscere, anche alla luce delle trasformazioni che hanno interessato e
continuano ad interessare la scuola, il nuovo status professionale dei
docenti e del personale ATA.
Sussiste,
infatti, la necessità di adeguare le retribuzioni ai sempre più gravosi e
complessi carichi di lavoro connessi alla scuola dell’autonomia e, nel
contempo, di raccordare l’intero quadro normativo ai nuovi modelli
organizzativi del servizio scolastico.
Ciò
a dire che l’interdipendenza esistente tra il processo di riforma in atto
e le politiche del personale richiede una ridefinizione dell’attuale
rapporto di lavoro e che il contratto si configura quale strumento per
assicurare certezza di diritto e congrui riconoscimenti economici ad una
categoria che, a tutt’oggi, risulta essere “bistrattata”, per il prevalere
di una politica scolastica spesso a corto di respiro progettuale.
La
scuola è sede di conoscenze, luogo di educazione e di formazione e, in
quanto tale, assolve ad una ben definita funzione istituzionale. Spetta
allo Stato garantire ed assicurare forme ed espressioni di autentica
libertà agli insegnanti ed agli alunni; spetta alle forze di governo e al
parlamento tutto interpretare le istanze sociali a tutela della dignità
della persona e del diritto alla sua piena realizzazione.
Registriamo,
invece, che alcuni mirano a subordinare la scuola a logiche
aziendalistiche, mentre altri si propongono di procedere verso una sempre
più vincolante assimilazione del personale della scuola a quello del
pubblico impiego, quasi che la libertà di insegnamento non sia un diritto
dei docenti, costituzionalmente garantito, e che la funzione educativa non
sia una precisa prerogativa di tutto il personale scolastico.
Il
prossimo contratto acquista, pertanto, un chiaro significato politico e,
come tale, richiede l’attiva partecipazione dell’intera categoria.
L’attenzione
va portata allo stato giuridico del personale, perché la privatizzazione
del lavoro non abbia ad incidere sulle libertà costitutive
dell’insegnamento; l’urgenza è quella di dotare tutte le istituzioni
scolastiche operanti in regime di autonomia, di organici funzionali alla
realizzazione del piano dell’offerta formativa; l’obiettivo prioritario
rimane quello di ottenere il varo di un piano pluriennale di finanziamenti
per la scuola.
Lo
Snals da tempo chiede che le politiche contrattuali siano affrontate
all’interno di un quadro sistemico ed organico di interventi, tale da
consentire forme di stabile e funzionale raccordo tra la qualità
dell’offerta formativa e la valorizzazione delle professionalità, tra
l’efficienza dei servizi e la tenuta degli organici, tra la natura
progettuale delle attività didattiche e la reale autonomia finanziaria
delle scuole, e da tempo sollecita il governo perché gli interventi a
sostegno dell’istruzione siano considerati prioritari all’interno delle
politiche sociali, ossia delle azioni volte a tutelare la sfera dei
diritti soggettivi, nel rispetto dei principi fissati dalla nostra
Costituzione e dei valori che appartengono alla nostra millenaria
tradizione culturale.
Il
futuro della scuola è garanzia dello Stato di diritto. Qualora non si
dovesse registrare un diverso approccio alle politiche scolastiche, “il
passaggio all’economia della conoscenza” determinerà nuove e sempre più
preoccupanti forme di emarginazione sociale.
Va
pertanto riaffermata, ancor più in questa nostra convulsa e dinamica età,
la libera ed autentica partecipazione democratica, a tutela del diritto di
cittadinanza e della giustizia sociale.
Ed
è in ragione di detti convincimenti che lo Snals, ancor prima della
definizione della piattaforma contrattuale, ha deciso di ascoltare la voce
della scuola reale.
Lo
ha fatto predisponendo due sondaggi: il primo, sulle politiche del
personale, il secondo, sulla riforma degli ordinamenti.
L’adesione
alla consultazione di base è stata massiccia. A rispondere sono stati sia gli
iscritti allo Snals, sia i non iscritti.
La
piattaforma contrattuale ne riflette le indicazioni e, in coerenza con i
principi del progetto scuola dello Snals, contiene precise e chiare
rivendicazioni, quali:
•
la salvaguardia dell’atipicità e dell’unitarietà del comparto
scuola;
•
l’adeguamento delle retribuzioni dei docenti e del personale ATA ai
parametri dei Paesi europei;
•
l’individuazione dell’anzianità di servizio quale irrinunciabile
punto di riferimento per la ridefinizione dello sviluppo e
dell’articolazione delle carriere;
•
la certezza dell’orario di servizio e la retribuzione di tutte le
prestazioni eccedenti l’orario obbligatorio;
•
il riconoscimento dell’autoaggiornamento, quale sicuro fattore di
crescita professionale;
•
la declinazione dei nuovi profili professionali da raccordare con
la funzione educativa esercitata da tutto il personale della
scuola;
•
la pensionabilità dell’accessorio e la tutela dei diritti acquisiti
in materia previdenziale;
•
la rideterminazione delle materie contrattuali di competenza delle
Rappresentanze sindacali unitarie presenti nelle unità scolastiche
autonome.
In
ogni caso, lo Snals si impegna fin d’ora perché il contratto sia
“leggibile” e non contenga norme di “rinvio” tali da impedirne una facile
lettura e, soprattutto, una corretta
applicazione.
Nel
corso della trattativa contrattuale, lo Snals manterrà il dialogo ed il
confronto con la base, per rispondere alle reali esigenze di tutto il
personale.
Sarà
questo un modo per raggiungere obiettivi largamente condivisi e per dare
maggiore forza e solidità alla nostra democrazia liberale.
Fedele Ricciato
Segretario Generale dello Snals
INDICE
·
PARTE
SECONDA
·
PARTE
TERZA
·
PARTE
QUARTA
PARTE
PRIMA
Il progetto
scuola dello Snals
PRINCIPI
ISPIRATORI
Lo
Snals afferma:
•
la funzione istituzionale della Scuola, a tutela delle libertà
costitutive dell’insegnamento e della persona. In quanto tale, la scuola è
libera, laica e pluralista.
Libera
nell’insegnamento e nella ricerca, perché mira alla formazione del
pensiero critico e promuove la coscienza storica e civile della comunità
nazionale;
laica,
perché priva di ogni pregiudizio culturale nella definizione e
nell’attuazione dell’offerta formativa;
pluralista,
perché sfugge ad ogni sorta di ideologizzazione dei saperi, favorisce il
confronto tra le culture e promuove il dialogo, viatico di civiltà e di
integrazione tra i popoli;
•
la centralità della Scuola, quale sede di orientamento scolastico e
professionale, di promozione culturale e sociale, di formazione continua e
permanente nel più ampio sistema della formazione
integrata;
•
il pieno riconoscimento della funzione docente, da esercitare nelle
sue espressioni e responsabilità, individuali e collegiali, all’interno di
un preciso quadro di riferimento normativo ed etico.
Va, perciò, respinta la cosiddetta “natura pattizia” del rapporto
tra docenti ed alunni e garantita la piena autonomia del collegio dei
docenti, nonché la sua centralità in materia di progettazione e
programmazione didattica.
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L’ORDINAMENTO
SCOLASTICO
Lo
Snals sostiene:
-
una riforma dell’ordinamento scolastico attenta alle istanze della
società civile e rispettosa del diritto degli studenti al libero
apprendimento, senza pregiudizio alcuno nei confronti delle diverse
“culture”: umanistica, scientifica, tecnica, tecnologica, artistica,
musicale. Esse, al contrario, devono trovare la loro sintesi armonica in
un’articolazione dei curriculi, che non penalizzi, tra l’altro, l’impianto
storico delle conoscenze a beneficio del modello “funzionalista” ed
utilitaristico dei saperi, con scelte che comprometterebbero la vocazione
pluralista dell’insegnamento e della scuola;
-
il coinvolgimento reale della scuola, dei genitori e degli studenti
nella definizione del nuovo assetto ordinamentale, che, in ogni caso,
presuppone adeguate risorse umane, strutturali ed economiche, quale
sostegno imprescindibile di ogni innovazione non
improvvisata;
-
la piena attuazione dell’autonomia scolastica fondata sulla
responsabilità dei singoli e sulla collegialità delle decisioni, in un
contesto di impegno civico e sociale che esalti la “funzione politica” e
la natura progettuale del piano dell’offerta formativa. Del resto,
l’autonomia vera è strumento efficace di diffusione della cultura, della
ricerca e della sperimentazione didattica e, come tale, è fattore di
promozione della professionalità docente, nonché condizione necessaria per
avviare significative sinergie tra le varie istituzioni scolastiche, e tra
queste e l’Università.
Pertanto, essa deve essere radicata nelle libertà costitutive della
scuola, evitando ogni rigurgito burocratico ed ogni sorta di asservimento
della funzione educativa e formativa ad esigenze di ordine economicistico,
imposte dall’attuale totalizzante egemonia del
mercato;
- la “centralità” del sistema
dell’istruzione, riconoscendo alla sola scuola titolo alla certificazione,
valida sia per il proseguimento degli studi universitari, sia per
l’iscrizione ad albi professionali, previa frequenza di corsi
“post-diploma”.
Va, perciò, riconosciuto alla scuola, pur in presenza di un sistema
formativo integrato, il compito di assicurare l’intera gamma delle
opportunità di formazione, sul presupposto che l’intreccio tra istruzione,
formazione ed educazione è funzionale alla piena realizzazione della
persona umana;
-
l’unitarietà del sistema dell’istruzione pubblica, nel rispetto
delle diversità territoriali, che vanno valorizzate e raccordate con la
più vasta comunità nazionale ed europea.
In
tale contesto, acquista rilevanza strategica l'autonomia scolastica che
può essere fattore di qualità, a condizione che si
assicurino:
-
la professionalità degli
operatori scolastici, da implementare anche attraverso opportunità
formative che rispondano alle reali esigenze degli alunni;
-
l'organico funzionale dei
docenti, da prevedere con riferimento sia agli obiettivi del curricolo
obbligatorio, sia a quelli individuati in sede di arricchimento ed
ampliamento dell'offerta formativa;
-
l'organico funzionale del
personale ATA, da commisurare alle reali esigenze della scuola, anche
per un adeguato supporto all’attività didattica;
-
la disponibilità di risorse
finanziarie certe e consistenti, ordinarie e perequative, con la
definizione dell'ambito delle competenze dello Stato e di quello degli
Enti Locali;
-
la dotazione di
strumenti a sostegno dell'attività di ricerca, di sperimentazione e di
insegnamento;
-
la pianificazione di
interventi strutturali, a garanzia della sicurezza nella scuola e del
pieno esercizio del diritto allo studio;
-
l’individuazione di
strumenti normativi ed economici che favoriscano l'interazione tra le
varie istituzioni scolastiche e, nel contempo, l'ampliamento della rete
dei servizi alla persona sul territorio;
-
la verifica e la
valutazione dei risultati formativi, considerata l'incidenza che
assume la qualità dell'istruzione, ai fini del pieno soddisfacimento
dell'esercizio della funzione istituzionale della scuola. Il compito della
valutazione deve necessariamente coinvolgere il collegio dei docenti che
ha il diritto-dovere di procedere alla sistematica verifica dei processi
di apprendimento di tutti gli alunni e di programmare tutti gli interventi
utili al successo formativo dei giovani.
Va previsto, di conseguenza, un costante confronto tra il collegio
dei docenti ed il Sistema Nazionale di Valutazione, affidando alla
responsabilità professionale dei docenti l'analisi degli effetti del
proprio insegnamento nel tempo.
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LA
PROFESSIONALITÀ DEL
PERSONALE
La
professionalità degli operatori scolastici va definita in relazione al
ruolo sociale ed alla funzione istituzionale della scuola. Una
definizione, questa, che consente, per un verso, di individuare i
caratteri che rendono "atipica" la professionalità del personale
scolastico e, per altro verso, di rilevare gli elementi comuni ed i
fattori distintivi delle figure professionali operanti nella scuola: il
dirigente scolastico, il docente, il personale amministrativo, tecnico ed
ausiliario. In particolare:
-
il dirigente
scolastico, nella gestione della scuola dell’autonomia, deve saper
esprimere una reale leadership democratica, fondata su autorevolezza ed
equilibrio e su sicure competenze organizzative e gestionali.
Il passaggio dalla legittimità degli atti alla cultura dei
risultati esige una modificazione di mentalità nell'esercizio della
funzione dirigenziale; richiede, inoltre, la capacità di promuovere
condivisione e consenso intorno alle scelte che la scuola compie e di
ricercare il raccordo con la realtà esterna e con le presenze
istituzionali e produttive che in essa insistono ed
operano;
-
il docente è educatore
e formatore, in possesso di un peculiare corredo professionale,
considerata la pluralità di compiti e competenze strumentali alla
realizzazione del piano dell'offerta formativa.
Va respinto, pertanto, ogni tentativo volto ad introdurre nella
scuola modelli professionali ispirati alla cultura "aziendalistica", nella
consapevolezza che il docente è titolare di una funzione istituzionale che
nell'insegnamento trova la sua attività preminente e nelle sue conoscenze
e competenze i fattori indispensabili per raccordare la funzione che egli
svolge alle istanze della società.
Il docente possiede specifiche competenze professionali che mette a
servizio dell’azione educativa e formativa che svolge. Lo Snals respinge,
di conseguenza, ogni ipotesi di considerare il docente un libero
professionista, così come contesta l’assimilazione dei docenti ai pubblici
dipendenti;
-
il personale
amministrativo, tecnico ed ausiliario è da intendere quale componente
funzionale alle azioni ed agli atti che garantiscono qualità all'offerta
formativa, considerata l'interdipendenza sussistente tra l'organizzazione
dei servizi strumentali e l'attività didattica. Anche per questi motivi
c’è la necessità di valorizzare la professionalità del direttore S.G.A. e
di tutto il personale amministrativo, tecnico ed ausiliario, con
riferimento alla funzione educativa della scuola.
La
piattaforma contrattuale dello Snals, per i principi ai quali fa
riferimento e per la collocazione che assume all’interno dell’attuale
contesto socio-politico, si fonda su precisi presupposti,
quali:
-
il riconoscimento della centralità della scuola ai fini dello
sviluppo economico, sociale e culturale del Paese;
-
la previsione del piano pluriennale di investimenti che, nel
segnare una reale inversione di tendenza in materia di politica
scolastica, metta fine alla iniqua e dannosa azione di contenimento della
spesa per l’ istruzione;
-
l’abrogazione
del dettato normativo di cui al D.l.vo 29/93 e successive modifiche, ed il
conseguente pieno riconoscimento della specificità della
scuola.
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PARTE
SECONDA
L’impianto contrattuale
Lo
SNALS-Confsal sostiene con forza la necessità di perseguire i seguenti
obiettivi:
-
l’adeguamento delle
retribuzioni del personale scolastico ai parametri dei Paesi più avanzati
d’Europa, anche in considerazione dei nuovi oneri di lavoro e delle
accresciute responsabilità richiesti dalla scuola dell’autonomia e dalla
riforma degli ordinamenti. L’impianto retributivo dovrà, altresì,
prevedere la distribuzione generalizzata delle ulteriori risorse relative
all’accessorio, da rendere pensionabile, nonché riconoscimenti aggiuntivi
per particolari impegni individuali facoltativi;
-
la riscrittura completa
della normativa attuale, non più consona alle esigenze delle
istituzioni scolastiche autonome, con particolare riferimento agli impegni
di servizio;
-
la stabilizzazione degli
organici e la loro totale copertura con personale nominato a tempo
indeterminato;
-
l’attuazione dell’organico
funzionale d’istituto per il personale docente e ATA, per consentire
alla scuola dell’autonomia una “vera e concreta progettazione”, senza
ricorrere a forme di “esternalizzazione” del
servizio.
Lo
Snals ribadisce, altresì, che il comparto scuola è atipico ed unitario,
articolato in aree di specificità.
D’altronde, le risorse economiche già hanno attualmente una precisa
destinazione di scopo, essendo finalizzate distintamente all’area docente
e all’area ATA.
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PARTE
TERZA
La retribuzione
LE
RISORSE ECONOMICHE E GLI
OBIETTIVI
DA
RAGGIUNGERE
•
LE RISORSE ECONOMICHE, GIÀ PREVISTE
IN FINANZIARIA 2002,
SONO:
1.
Le risorse derivanti dalla quota parte del pubblico impiego
Riteniamo
che tali risorse vadano ripartite in relazione alle retribuzioni medie dei
vari comparti ed al numero degli addetti; con lo stesso criterio esse
vanno suddivise tra le due aree del comparto e, successivamente, tra le
varie “categorie” in cui le medesime si articolano. La quota da destinare
al tabellare non deve essere inferiore al 4,3% (inflazione programmata del
prossimo biennio, pari a 1,7% + 1,3%, a cui aggiungere l’1,3% di recupero
del differenziale di inflazione relativo al biennio precedente).
Ne
consegue che non condividiamo l’ipotesi di destinare tale quota
prevalentemente all’incentivazione della produttività dei dipendenti, come
prevede, invece, l’accordo di palazzo Vidoni tra governo, Cgil-Cisl-Uil.
L’ipotesi di palazzo Vidoni comporterebbe, infatti, un recupero inflattivo
inferiore a quello reale, ed inoltre, nel destinare maggiori risorse
all’accessorio, prospetta soluzioni svantaggiose sul piano previdenziale e
tabellare.
Si
precisa, infine, che una quota di risorse derivanti dal citato accordo,
pari all’1%, non ha al momento copertura economica.
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2.
Le risorse aggiuntive rispetto al pubblico impiego
Tali
risorse interessano obbligatoriamente:
a)
la contrattazione integrativa dei
docenti, come prevede l’art. 16 della finanziaria per il 2002. Si
ipotizza una disponibilità pari a 206.583.000 euro (400 miliardi di lire),
derivanti dalla finanziaria dell’anno scorso, a cui vanno aggiunti
108.460.000 euro (210 miliardi di lire), previsti nella finanziaria
2002.
Per
il 2003 sono previsti ulteriori 103.291.500 euro (200 miliardi di lire),
dalla precedente finanziaria a cui aggiungere 381.350.000 euro (738
miliardi di lire), derivanti dai risparmi previsti dalla finanziaria di
quest’anno;
b)
il trattamento accessorio del
personale ATA, come prevede l’art. 16 - comma 2 - della
finanziaria di quest’anno.
La quantificazione delle risorse non è definita, ma è legata ai
risparmi di organico.
A riguardo, per quest’anno è necessario ipotizzare l’invarianza di
organico, avendo quest’ultimo raggiunto limiti talmente ridotti che,
qualora dovesse essere interessato da ulteriori tagli, ne risulterebbe
compromesso lo stesso funzionamento della scuola dell’autonomia. È
necessario, pertanto, recuperare le risorse derivanti dai tagli relativi
all’anno scolastico 2001/2002, peraltro già quantificabili.
Riteniamo
che la distribuzione di queste risorse debba avvenire in forma
generalizzata e legata all’anzianità di servizio.
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3.
le risorse da destinare all’autoaggiornamento dei docenti
Queste
risorse sono pari a 35
milioni di euro (circa 70 miliardi di lire), per spese documentate.
Proponiamo,
per l’importanza del principio riconosciuto, di destinare
all’autoaggiornamento la cifra di 108.460.000 euro (210 miliardi di lire),
da stanziare in finanziaria, in modo da distribuire al personale risorse
al netto delle ritenute, senza l’ulteriore aggravio di oneri fiscali.
Considerato
il processo di innovazione e di riforma in atto nella scuola
dell’autonomia, detta cifra va distribuita in modo forfettario e
generalizzato.
A
partire dal 2003 vanno reperite risorse aggiuntive, così come prevede il
piano pluriennale.
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•
LE RISORSE LEGATE AL PIANO PLURIENNALE
Queste
risorse devono essere prevalentemente utilizzate per incrementare le
retribuzioni del personale docente ed ATA, e quindi vanno destinate al
tabellare e allo sviluppo delle carriere, in modo da assicurare, entro la
scadenza del quadriennio contrattuale, una sostanziale equiparazione delle
retribuzioni del personale della scuola ai livelli europei, così come da
tempo chiede lo SNALS.
Occorre,
tuttavia, definire i criteri di distribuzione di dette risorse, in
aggiunta al criterio dell’anzianità.
Non
condividiamo, in ogni caso, il ricorso a procedure concorsuali selettive
che richiamano alla memoria il famoso “concorsone”. Riteniamo possibile,
invece, ipotizzare un’ulteriore “nuova carriera”, che si potrebbe definire
“senior”, con conseguente riconoscimento di un piede retributivo, su cui
sviluppare, per evitare appiattimenti, il successivo percorso di carriera.
Detta
carriera deve dare risposta alle legittime istanze retributive del
personale e deve raccordarsi con le necessità connesse al processo di
riforma e con le esigenze di funzionamento della scuola
dell’autonomia.
Proponiamo
che l’inquadramento nella nuova carriera “senior” parta dopo almeno 15
anni di anzianità, in modo da far coincidere detto inquadramento con la
fine di una delle attuali fasce, previa frequenza di apposite iniziative
di “formazione in servizio”, anche a distanza, che prevedano verifiche di
apprendimento non selettive.
Gli
interessati dovranno, nei limiti dell’orario complessivo di servizio,
mettere a disposizione, per un migliore funzionamento della scuola,
l’esperienza acquisita negli anni (anzianità) e la professionalità
maturata a seguito della formazione in servizio.
I
docenti potranno essere impegnati, ad esempio, in compiti di tutoraggio di
studenti e di supporto a colleghi neoimmessi in ruolo, o in altre
attività, mentre il personale A.T.A., in attività di supporto alla
realizzazione del P.O.F..
Prevediamo,
infine, che quanti all’atto dell’entrata in vigore del nuovo contratto,
non abbiano i 15 anni di carriera, possano avvalersi di ulteriori e/o
diverse modalità di “formazione in servizio”, anche in raccordo con
l’Università.
Le
attività di “formazione in servizio” non dovranno, comunque, comportare
oneri economici per gli interessati e dovranno essere accompagnate da
verifiche non selettive.
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•
ALTRE RISORSE
Prevediamo,
inoltre:
-
la rifinalizzazione dei “rivoli” finanziari, destinati attualmente
ad istituti contrattuali che riteniamo vadano soppressi, quali, ad
esempio: le funzioni obiettivo, le funzioni aggiuntive ATA, i progetti per
le aree a rischio.
Detti “rivoli” devono essere destinati all’incremento delle risorse
disponibili per la contrattazione decentrata
regionale.
RIVENDICAZIONI
SPECIFICHE
Lo
Snals rivendica:
-
la definizione di ulteriori
indennità accessorie per particolari prestazioni differenziate e
aggiuntive quali, ad esempio, la correzione degli elaborati, il lavoro
straordinario del personale ATA, ecc. Dovrebbe essere, altresì, consentito
di utilizzare le risorse finanziarie, in base a criteri definiti in sede
di contrattazione decentrata, anche per il rimborso corrispondente al
buono pasto per quanti svolgono il servizio su più turni, per rimborsi
forfettari per quanti prestano servizio su più sedi, o per quanti, in
corso di anno scolastico, vengono assegnati per esigenze di servizio a
sedi diverse della stessa scuola;
-
l’applicazione, al
personale che cessi dal servizio nel periodo di vigenza contrattuale, dei
benefici derivanti dalla contrattazione. Detti benefici vanno
riconosciuti a tutti i fini previdenziali, con la stessa decorrenza
riconosciuta al personale in servizio;
-
il conglobamento graduale
dell’IIS nello stipendio tabellare. Ciò a tutto vantaggio dello
sviluppo di carriera per anzianità, con conseguenti riflessi sulla
pensione e, in termini molto più consistenti, sulla
buonuscita;
-
il riconoscimento delle
quote di anzianità maturate all’interno del “gradone” a tutti i fini
previdenziali;
-
la pensionabilità
dell’accessorio, da ottenere o tramite la sua trasformazione in
indennità di funzione pensionabile, o tramite il passaggio di quote di
accessorio nello stipendio tabellare.
una
questione di merito
Se si creeranno le condizioni per concludere il
negoziato prima della quantificazione certa della disponibilità di spesa
delle risorse del piano pluriennale, si potrà sottoscrivere in tempi brevi
un contratto che distribuisca tutte le risorse conosciute e disponibili,
con la previsione di un esplicito articolo di rinvio ad una ulteriore
contrattazione per la definizione della distribuzione delle nuove risorse
economiche e gli eventuali aggiustamenti normativi connessi e/o
conseguenti.
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PARTE
QUARTA
La normativa
La
normativa dovrà essere disciplinata in completa discontinuità rispetto
all’ultimo contratto quadriennale e, per quanto impropriamente inserito,
rispetto a quello biennale.
ORARIO
DI SERVIZIO
-
Orario frontale di docenza
Considerata
la messa a regime dell’autonomia scolastica e stante il processo di
riforma in atto che prevede il gruppo classe, ma anche sue articolazioni,
è necessario coniugare la flessibilità di orario con la sua
quantificazione certa. Si giustifica, conseguentemente, la richiesta di
incremento sostanziale di un accessorio diffuso e generalizzato. Per
evitare che le prossime finanziarie o futuri provvedimenti legislativi
possano penalizzare ulteriormente il personale della scuola, è necessario
codificare contrattualmente il moltiplicatore dell’orario frontale di
insegnamento (scuola elementare compresa) per 33 settimane per tutti
(anche per la scuola dell’infanzia).
Nella
direzione di una graduale armonizzazione degli orari di insegnamento tra i
diversi ordini e gradi di scuola, nonché nella logica dell’unicità della
funzione docente, ipotizziamo un tetto ore annuo massimo, da svolgere in
concomitanza con il periodo di attività didattica degli allievi previsto
dal calendario scolastico (200 gg), secondo modalità coerenti col P.O.F.,
tetto ore deliberato, nelle sue articolazioni, dal collegio dei
docenti.
In
dettaglio, il monte ore annuo va strutturato:
entro
594 ore (18x33) nella scuola secondaria
entro
726 ore (22x33) nella scuola primaria
entro
825 ore (25x33) nella scuola dell’infanzia
Contestualmente,
va previsto che il tetto massimo di orario frontale giornaliero di
insegnamento, a qualunque titolo prestato, non possa essere superiore alle
sei ore.
Affermiamo
che nel contratto va fissata la durata della singola unità didattica in 60
minuti e che una eventuale sua riduzione deve poter avvenire solo per
esigenze logistico/organizzative comprovate; comunque, anche in questo
caso, al docente non va richiesto, in alcuna forma, alcun
recupero.
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La
normativa prevista per il “part-time” dovrà raccordarsi con la nuova
definizione dell’orario di servizio.
Prevediamo
che, al fine di garantire l’erogazione del servizio agli alunni, nonché la
funzionalità delle scuole autonome, il personale possa dare
volontariamente la propria disponibilità per un “pacchetto orario annuale”
da destinare, secondo le esigenze, alla sostituzione di docenti assenti,
nel limite di 5/6 ore settimanali, fermo restante l’obbligo di procedere a
nomina di supplente secondo la normativa vigente.
Il
personale che offrirà tale disponibilità avrà diritto ad un aumento
retributivo sotto forma di indennità, da corrispondere indipendentemente
dal numero effettivo di ore prestate; un’indennità, questa, che dovrà
essere economicamente più vantaggiosa del compenso attualmente spettante
per le ore di supplenza. Tale indennità sarà determinata, quindi, in
corrispondenza del numero massimo di ore annue di incremento, da
distinguere per gradi di scuola: ad esempio, 60 ore annue nella scuola
secondaria; 66 ore annue nella scuola elementare e 40 ore annue nella
scuola dell’infanzia.
Per
la copertura di questa spesa, si attingerà allo specifico capitolo delle
“supplenze brevi”.
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-
Orario di servizio per tutte le attività connesse del personale
docente
La
riforma degli organi collegiali, così come si evince da tutte le diverse
proposte, sembra destinata ad introdurre notevoli modifiche (ad esempio:
soppressione dei consigli di classe, modifica delle norme di valutazione
degli allievi, articolazione del collegio dei docenti affidata allo stesso
collegio, ecc.) che impongono una revisione dell’attuale struttura della
“quota orario” in oggetto. Nel contempo, detta riforma sembra quasi
imporre il passaggio ad un unico monte ore annuale che, per le
interconnessioni con la didattica e con il P.O.F., sarà affidato, per la
sua gestione e articolazione, alle deliberazioni del collegio dei docenti,
entro un tetto massimo onnicomprensivo da definire.
Tale
monte ore annuo deve, quindi, comprendere tutte le attività, anche quelle
attualmente non quantificate, quali i rapporti individuali con le famiglie
e la valutazione degli alunni. La delibera del collegio dei docenti deve
prevedere, ove necessario, fin dall’inizio dell’anno scolastico, le
priorità di impegno dei vari docenti, per garantire la loro partecipazione
ai momenti più significativi, a cominciare dalla valutazione degli alunni.
Superato tale monte ore, il singolo potrà scegliere se partecipare o meno
ad attività che comportino l’impegno di ore aggiuntive e, nel caso di
partecipazione volontaria, dovrà essere retribuito per le ore eccedenti,
secondo quanto previsto dalla apposita tabella.
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Per
il personale a part-time si dovrà prevedere l’abbattimento del monte ore
per le attività connesse, in proporzione all’orario di docenza
effettivamente prestato.
-
Orario di servizio per il personale ATA
Prevediamo
la riduzione a 35 ore per tutto il personale, in quanto gli oneri già
gravanti sul medesimo nella scuola dell’autonomia per effetto del
decentramento, della flessibilità organizzativa e della conseguente
complessità, ed accentuabili nell’ipotesi di riforma degli ordinamenti,
sono ormai generalizzati per tutto il personale non docente.
Vanno,
in ogni caso, mantenute invariate le attuali modalità organizzative
dell’orario di servizio.
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FORMAZIONE
IN SERVIZIO
E
AUTOAGGIORNAMENTO
FORMAZIONE
OBBLIGATORIA
Prevediamo
l’attivazione per i neoassunti di percorsi di formazione obbligatoria
gestiti da singole istituzioni scolastiche o da reti di scuole
autonome.
Prevediamo,
altresì, l’adeguamento delle norme a quanto previsto dalla finanziaria e
dal piano pluriennale, nonché la reale possibilità di fruire di “periodi
sabbatici”.
In
particolare sosteniamo, sia per i docenti che per il personale A.T.A., la
formazione in servizio e l’autoaggiornamento.
Per
i docenti,
in attesa della riforma degli ordinamenti e per la piena realizzazione
dell’autonomia, vanno prese in considerazione, prioritariamente,
iniziative di autoaggiornamento; invece, in sede di avvio della riforma
ordinamentale e degli interventi connessi all’attuazione e allo sviluppo
delle tecnologie multimediali, nonché all’alfabetizzazione nelle
tecnologie informatiche, si deve far riferimento, per le risorse
economiche, ad una quota, determinata percentualmente, dello stanziamento
relativo al piano pluriennale. Sarà così possibile attivare gli strumenti
necessari alla formazione in servizio, anche ricorrendo a detti periodi
sabbatici e a permessi giornalieri.
Per
il personale ATA,
le attività di formazione si dovranno svolgere in orario di servizio e/o
utilizzando i riposi compensativi.
In
relazione alle esigenze di innovazione derivanti dalla messa a regime
degli strumenti dell’autonomia e di nuove normative conseguenti anche al
decentramento amministrativo, il personale è obbligato a partecipare a
iniziative opportunamente contrattate con l’Amministrazione, alle
condizioni citate e senza alcun onere economico a suo
carico.
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ALTRI
TEMI
RICONOSCIMENTO
DEI SERVIZI IN CARRIERA
Va
garantito, al personale docente ed A.T.A., l’integrale riconoscimento in
carriera di tutto il servizio prestato secondo la normativa vigente, a
partire dal superamento del periodo di prova.
Siffatto
riconoscimento dovrà essere integralmente mantenuto in caso di successivo
passaggio a seguito di mobilità professionale.
RELAZIONI
SINDACALI
Vanno
ridefinite le relazioni sindacali. Particolare attenzione va portata ai
livelli di contrattazione decentrata: quello regionale e quello della
scuola autonoma.
È
necessario prevedere una regolamentazione dei casi in cui non si realizzi
la contrattazione; si deve, ad esempio, valutare la proponibilità del
“subentro”, in tal caso, della contrattazione decentrata di livello
immediatamente superiore.
MOBILITÀ
Va
riesaminata, la problematica relativa alla mobilità professionale, del
personale sia docente che A.T.A..
Per
il personale A.T.A., in particolare, sosteniamo che la mobilità debba
interessare tutti i profili professionali e debba, altresì, contemplare la
possibilità di passaggio, su domanda, da un profilo all’altro; vanno,
inoltre, previste forme di mobilità tra l’area docente e quella ATA e
viceversa, previo possesso dei requisiti necessari, nonché attivate, a
domanda, concrete forme di mobilità intercompartimentale.
CONGEDI
E PERMESSI
Va
rideterminata la normativa dei congedi e dei permessi, con particolare
attenzione alla più ampia armonizzazione possibile tra personale ITI e
ITD.
tutela
amministrativa
Vanno
previste specifiche norme di tutela amministrativa; in primis, il ricorso
gerarchico e/o la costituzione di commissioni all’interno degli organi
collegiali riformati, come sede di conciliazione, con competenze anche in
materia di nomina degli ITD e di mobilità.
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IL
PERSONALE TRANSITATO DAGLI ENTI LOCALI
Occorre garantire la piena applicazione dell’art. 8
della legge 124/99 per il personale transitato dagli Enti locali,
riconoscendo la possibilità di inquadramento economico in base agli anni
di servizio al momento del passaggio; dovrà comunque essere garantito
l’inquadramento più favorevole.
PROBLEMATICHE
SPECIFICHE DEL PERSONALE DOCENTE
Ferie
Deve essere regolamentata la fruizione delle ferie,
da consentire, in base a criteri certi e oggettivi, anche in corso di anno
scolastico.
Tutele
Devono essere previste specifiche norme di tutela
sul piano disciplinare, a garanzia della libertà d’insegnamento,
costituzionalmente garantita.
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PROBLEMATICHE
SPECIFICHE DEL PERSONALE ATA
In
relazione ai vari profili professionali,
sosteniamo:
•
il recupero del differenziale del 30% previsto dall’art. 8 del
CCNl, biennio economico 2000/2001, per i direttori SGA e l’inquadramento,
con le anzianità già riconosciute, del responsabile amministrativo, alla
data del 1° settembre 2000; occorre, inoltre, prevedere la possibilità,
per i direttori SGA, di conseguire il passaggio, a domanda, nel nuovo
profilo di coordinatore amministrativo;
•
l’introduzione di figure
intermedie per l’area dei servizi generali a cui affidare i compiti di
coordinamento di più unità di assistenza agli alunni portatori di
handicap, piccola manutenzione, pronto soccorso e primo intervento
sanitario, prevenzione delle tossico dipendenze,
ecc.;
•
l’assegnazione dell’assistente
tecnico a tutte le istituzioni scolastiche, senza mortificare la
pianta organica dei collaboratori scolastici;
•
la soluzione dei problemi derivanti dalla presenza di personale LSU e LPU in possesso del titolo di
studio richiesto per l’accesso al profilo.
•
la definizione di criteri specifici per l’individuazione del collaboratore scolastico da
assegnare alle scuole dell’infanzia, in funzione delle nuove mansioni
previste dal profilo (ausilio alle bambine e bambini nell’uso dei servizi
igienici e nella cura dell’igiene personale), oppure la creazione di uno
specifico profilo professionale;
•
la realizzazione del passaggio del personale nei nuovi profili di coordinatore amministrativo e
coordinatore tecnico, istituiti con l’accordo contrattuale dell’8
marzo 2002, in modo da garantire pari opportunità al personale ex VI
livello EE.LL. ed al personale già in servizio alle dipendenze dello
Stato;
•
l’inserimento del guardarobiere nell’area B della
tabella C del CCNL Scuola.
È,
altresì, necessario dare piena attuazione agli istituti contrattuali non
ancora realizzati, ad esempio: “corsi - concorsi” per passaggi di
qualifica, a norma dell’ art. 32 CCNL 26/5/99.
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