Il Consiglio dei Ministri, nella seduta n. 48 del 04/10/2012,
tra altri provvedimenti, ha approvato lo “Schema di Regolamento recante norme generali per la
ridefinizione dell’assetto organizzativo
didattico dei centri d’istruzione per gli adulti, ivi compresi i corsi
serali, ai sensi dell’articolo 64, comma 4, del decreto-legge
25 giugno 2008, n. 112, convertito, con modificazioni, dalla legge
6 agosto 2008, n. 133”, che istituisce i Centri provinciali
d’istruzione per gli adulti (CPIA).
Lo SNALS-Confsal, che ha seguito con attenzione e criticità
il lungo iter di approvazione dello schema di regolamento, fornendo
contributi e osservazioni, sia nelle audizioni parlamentari che nelle
numerose riunioni tenutesi presso il MIUR, conferma pienamente la
prosecuzione del proprio impegno nelle fasi di emanazione delle linee
guida e dei regolamenti attuativi, e garantirà, anche nella
definizione dei criteri per la mobilità del personale su tali
tipologie di posti, la massima tutela dei diritti e delle aspettative,
con particolare riguardo a coloro che abbiano già esperienze
lavorative nei CTP e nei corsi serali.
Riportiamo, di seguito, l’estratto
del comunicato stampa del CdM dello scorso 4 ottobre:
4 Ottobre
2012
Il Consiglio dei Ministri si è
riunito oggi alle ore 16.30 a Palazzo Chigi, sotto la presidenza del
Presidente del Consiglio, Mario Monti.
Segretario il Sottosegretario di Stato alla
Presidenza, Antonio Catricalà.
Il Consiglio ha approvato …OMISSIS …
Il Consiglio dei Ministri si è inoltre pronunciato in
merito alla seguenti materie:
A. Semplificazioni amministrative per cittadini e
imprese;
B. Attuazione dello statuto
speciale della Regione Siciliana in materia di credito e risparmio;
C. Normativa comunitaria;
D. Nota metodologica e fabbisogno
standard per funzioni di polizia e sviluppo di comuni e province;
E. Definizione assetto
organizzativo didattico dei centri di istruzione degli adulti
…OMISSIS…
E. DEFINIZIONE ASSETTO
ORGANIZZATIVO DIDATTICO DEI CENTRI DI ISTRUZIONE DEGLI ADULTI
Il Consiglio ha poi approvato in via definitiva, su proposta del Ministro dell’istruzione, università e
ricerca, di concerto con il Ministro dell’economia e delle finanze, il
provvedimento per la ridefinizione
dell’organizzazione didattica dei Centri d’istruzione per gli adulti,
compresi i corsi serali. All’approvazione preliminare, data dal Consiglio dei
Ministri il 12 giugno 2009, sono seguiti i pareri del Consiglio Nazionale
della Pubblica Istruzione, della Conferenza unificata, del Consiglio di Stato
e delle Commissioni parlamentari competenti.
Il provvedimento offre anzitutto una risposta
importante, attesa da anni, per superare il preoccupante “deficit formativo”
della popolazione, che ancora permane in Italia, dove oltre 28 milioni di
cittadini adulti sono in possesso, al massimo, di un titolo di studio
conclusivo del primo ciclo e oltre l’80% della
popolazione adulta non raggiunge il livello 3, ovvero “il livello necessario
per garantire il pieno inserimento nella società della conoscenza”. La ridefinizione dell’organizzazione didattica è inoltre
giustificata da alcuni importanti cambiamenti demografici. Il primo riguarda
la radicale trasformazione della popolazione italiana: l’attuale indice di
vecchiaia è già il più alto in Europa. Secondo l’ISTAT la
popolazione italiana nel 2050 sarà composta per il 34,4 % da over 65enni (oggi al 19%, mentre all’inizio degli anni ’80 era al 13,1%). Aumenta anche la presenza degli
stranieri. Secondo l’ultimo rapporto della Caritas
gli stranieri regolari in Italia rappresentano il 7,5% e nei prossimi dieci
anni si prevede che raggiungeranno il 10% fino ad arrivare, nel 2050, al 20%.
Infine, un ulteriore elemento di criticità è
rappresentato dalla mobilità sociale che nel nostro Paese è tra le più basse
in Europa: più della metà di quanti hanno un genitore con, al massimo, la
licenza media tende a riprodurre questa situazione e solo il 5% di questi
raggiunge la laurea.
Il sistema didattico attualmente
in vigore non è adeguato ad affrontare questi cambiamenti. Gli adulti hanno
incontrato, sino ad oggi, molte difficoltà a
innalzare i loro livelli di istruzione e formazione, perché l’attuale
organizzazione didattica dei corsi per adulti è rigida e ripropone, in larga
misura, gli stessi modelli seguiti per i ragazzi con meno di 18 anni, senza
alcun riconoscimento delle conoscenze e delle competenze acquisite sul lavoro
e nella vita quotidiana dalle persone (come avviene, da tempo, in molti Paesi
dell’Ue). Con le nuove norme contenute nel
regolamento potrà emergere progressivamente e messo in valore il grande capitale umano, rappresentato dai “saperi
sommersi”, di cui sono dotati gli Italiani e coloro che vivono e lavorano nel
nostro Paese.
Questi gli strumenti previsti:
1. l’organizzazione per
classi è superata dall’organizzazione in due livelli: il primo per il
conseguimento della “licenza media” e delle competenze per l’assolvimento
dell’obbligo di istruzione; il secondo, per il conseguimento di un diploma di
istruzione tecnica, di istruzione professionale e di liceo artistico;
2. il riconoscimento dei crediti, comunque
acquisiti dalle persone, anche nel tempo libero, con la definizione del
“Patto formativo individuale”. Ciascun adulto potrà sapere a quale livello si inserisce e quale percorso didattico dovrà seguire.
Rispetto ai percorsi per i ragazzi, l’orario è ridotto del 30%. E’ previsto
anche l’insegnamento a distanza per il 20% del percorso. Non si dovrà
ricominciare dunque nelle materie per le quali l’adulto ha ottenuto
riconoscimento di quello che sa;
3. ai Centri d’istruzione
per gli adulti possono iscriversi anche i giovani di sedici anni che non
hanno assolto all’obbligo di istruzione e gli adulti stranieri per seguire
percorsi di alfabetizzazione e di apprendimento
della lingua italiana, con il rilascio della relativa certificazione
necessaria per l’ingresso nel mondo del lavoro;
4. gli organi collegiali dei
Centri territoriali saranno diversi da quelli delle scuole ordinarie. Ad
esempio, il consiglio di classe sarà sostituito dal consiglio
di livello.
I Centri d’istruzione per gli adulti opereranno su
base provinciale e organizzeranno i servizi formativi in modo che siano
prossimi ai luoghi dove le persone vivono e lavorano, soprattutto attraverso
accordi di rete con altre istituzioni scolastiche e altri
soggetti del territorio. Ciò consentirà anche alle persone che si trovano in
luoghi disagiati di poter accedere ai servizi di istruzione.
Con l’entrata in vigore delle nuove norme, le Regioni
potranno compiere, entro il prossimo dicembre, gli atti di esclusiva
competenza per programmare l’istituzione dei centri con i nuovi modelli
organizzativi e didattici, che entreranno in vigore a partire dall’anno
scolastico 2013/2014.
…OMISSIS…
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