Come è noto, la G.U. n. 183
dell’8/8/2011, ha pubblicato il D.P.R. 3/6/11 n.
132 che ha modificato il D.P.R. 17/09 di riorganizzazione
del Ministero dell’Istruzione Università e Ricerca, resa necessaria dalla Legge
n. 25/2010 la quale prevedeva la
riduzione degli uffici di livello
dirigenziale non generale e delle relative dotazioni organiche del 10% della
spesa complessiva relativa al numero dei posti di organico.
Tale riduzione ha comportato un
complessivo taglio di organico di 1.013 posti così ripartiti:
-
Dirigenti di 2^ fascia
68 posti
-
3^ area
393 posti
-
2^ area
497 posti
-
1^ area 55
posti
A fronte di tali tagli, che di
fatto hanno comportato presso gli Uffici scolastici regionali la soppressione
di n. 13 Uffici dirigenziali non generali, l’orientamento del MIUR è quello di
riformulare i contratti esclusivamente nelle Regioni in cui si è attuata la
riduzione degli Uffici dirigenziali non generali.
Traendo spunto anche dal predetto
DPR 132/11, già qualche Direttore regionale, come in Lombardia, sembra stia
ventilando l’ipotesi di chiusura di diversi uffici territoriali, mentre non
possiamo non notare come proprio lo stesso Direttore è stato l’unico dirigente
di 1^ e 2^ fascia a beneficiare della proroga della permanenza in servizio.
Ai predetti tagli si aggiungono
gli ulteriori previsti dalla Legge 148/11 che entro il 31/3/2012 determina la riduzione di un ulteriore 10%,
nonché la razionalizzazione di tutte le strutture periferiche
dell’Amministrazione e dello Stato e la loro tendenziale concentrazione in un
unico ufficio unitario a livello provinciale.
A questi tagli e ipotesi di
chiusura degli uffici, si aggiunge l’art. 19 della Lg. 111/11 che prevede il
passaggio dei docenti dichiarati permanentemente inidonei alla propria funzione
per motivi di salute nei ruoli del personale ATA.
Alla data di scadenza delle
istanze, risultano prevenute n. 503 domande, a fronte di oltre 4.000 unità di
personale coinvolto.
La Direzione Generale del
Personale della Scuola, senza minimamente coinvolgere le OO.SS del Comparto
Ministeri, sta portando avanti una trattativa diremmo “a senso unico” con le
OO.SS. del Comparto Scuola, per consentire il transito di detto personale negli
Uffici centrali e periferici del MIUR.
Pur comprendendo la necessità di
prevedere, dopo anni di disposizioni normative disattese, la collocazione
stabile di tale personale, non possiamo
accettare di “accogliere” qualche migliaio di docenti, la maggior parte dei
quali in possesso di laurea e di altri titoli culturali che troverebbero la
collocazione nella 3^ area e magari in posizioni apicali, a danno del nostro personale
che si vedrebbe preclusa qualsiasi possibilità di avanzamento di carriera.
Questa O.S. – compreso SNALS
Comparto Scuola – si trova disponibile ad “accogliere” il personale che di
fatto da anni svolge la propria attività presso gli Uffici del MIUR, ma non può
condividere assetti che provocherebbero
sicure condizioni di esubero.
Intendiamo fermamente batterci per
evitare la soppressione degli Uffici territoriali, uffici peculiari e
particolari per la specificità delle loro funzioni, specificità che è a
garanzia della funzionalità e dell’efficienza del sistema d’istruzione e che fa
fronte alle singole particolari esigenze territoriali.
Le richieste d’incontro, le
sollecitazioni alla soluzione di molteplici e complessi problemi, inoltrate
dalle OO.SS. non hanno sortito alcun effetto.
In considerazione di tale
situazione, questa mattina è stata inviata al Ministro Gelmini, al Capo di
Gabinetto, al Capo Dipartimento e al Direttore Generale del Personale, una nota
con cui si rappresenta il grave disagio e si
comunica lo stato di
mobilitazione di tutto il personale.
L’Amministrazione deve sapere che
i tagli veramente necessari sono quelli verso le consulenze esterne, che
anziché costituire reale “valore aggiunto” per l’Amministrazione, provocano
solo nocumento, verso i finanziamenti di fantomatici e fantasiosi “progetti”
del tutto improduttivi, non quelli a danno dei lavoratori del MIUR, i quali
hanno sempre dato il massimo per non ricevere sovente neanche il minimo.
Stiamo promuovendo assemblee nei
posti di lavoro per sensibilizzare il personale sulle ripercussioni che tale
situazione può avere e per ottenere finalmente l’attenzione del Ministro, ove ignorasse la nostra
esistenza e la nostra legittima esigenza.