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Lo SNALS dice no alla regionalizzazione dell'Istruzione

Lo Snals Confsal ritiene che non si possa quantificare l'entità delle risorse da trasferire alle regioni sulla base della serie storica della spesa. Tale ottica condanna coloro che vivono in contesti difficili e smentisce la strategia del PNRR di riduzione dei divari territoriali e di contrasto alle povertà educative

Lo Snals dice no alla regionalizzazione dell’Istruzione

 

Roma, 10 GEN. 2023 – Destano preoccupazione i recenti interventi del Governo tesi ad accelerare l’iter di definizione dei livelli essenziali di prestazione che costituiscono uno degli strumenti per l’attuazione dell’autonomia differenziata e il trasferimento di importanti competenze in materia di istruzione dallo Sato alle regioni.

La regionalizzazione in materia di istruzione non farebbe altro che aggravare il divario tra le regioni ricche e quelle povere con il risultato di addebitare, con la logica meritocratica, gli scarsi risultati degli alunni alla scarsa efficacia di coloro che operano nella comunità scolastica. L’autonomia differenziata metterebbe poi a rischio l’unità del sistema nazionale di istruzione, garantita dalla nostra Costituzione con grave pregiudizio dell’uguaglianza di studenti e lavoratori della scuola.

Lo Snals Confsal ritiene che non si possa quantificare l’entità delle risorse da trasferire alle regioni sulla base della serie storica della spesa. Tale ottica condanna coloro che vivono in contesti difficili e deprivati ad uno stato permanente di povertà e smentisce la strategia del PNRR di riduzione dei divari territoriali e di contrasto alle povertà educative.

Sul piano sindacale, lo Snals Confsal ribadisce la necessità di regole contrattuali del rapporto di lavoro stabilite a livello nazionale, uguali per tutti i lavoratori. Con l’autonomia differenziata si creerebbero i presupposti per una disuguaglianza di diritti e retribuzioni che inciderebbe inevitabilmente sulla qualità del servizio educativo.

Il Segretario Generale
(Elvira Serafini)

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