Si è svolto, il 7 dicembre, un ulteriore incontro per il rinnovo del CCNL 2019-21 orientato ancora all’esame della riforma dell’ordinamento professionale. Come preannunciato nella riunione precedente, l’Aran ha presentato una bozza che approfondisce, per il momento, l’ordinamento professionale di tecnici e amministrativi. La novità principale è rappresentata dalla distinzione dei due ruoli professionali che vengono articolati in due aree (per i tecnici) e quattro aree (per gli amministrativi). La suddivisione proposta dei ruoli, per la quale rimaniamo su una posizione critica in attesa di ulteriori elementi, non risponde ancora alle specificità delle professionalità considerate e necessita, a nostro avviso, di ulteriori modifiche in grado di rappresentare pienamente il ruolo di supporto alla ricerca svolto dal personale tecnico.
Analogamente, molti altri aspetti della bozza meritano di essere approfonditi, come quelli relativi agli avanzamenti economici all’interno di ciascuna area. In particolare, lo Snals-Confsal ha chiesto un’ulteriore riflessione sulle norme di primo inquadramento e sull’ipotesi di utilizzo di un assegno ad personam da corrispondere ai lavoratori, per evitare perdite economiche rispetto alle retribuzioni attuali. Questo strumento ha, infatti, alcune criticità (come la non riassorbibilità nel caso di mobilità volontaria tra amministrazioni statali di comparti diversi) che devono essere risolte. L’Aran si è impegnato ad affrontare queste criticità, esprimendo la propria consapevolezza di un intervento complessivo, risolutivo, su tutti i comparti della PA.
Analogamente, l’Aran non ha ancora chiarito il destino dell’art. 22, che permette la progressione verticale dai livelli IV-VIII per il personale con il possesso di laurea magistrale, né il destino dell’art. 42 che istituisce una indennità di valorizzazione professionale per il personale appartenente al quarto livello del profilo di collaboratore tecnico enti di ricerca.
Anche se la discussione ancora non è entrata nel vivo per l’ordinamento di ricercatori e tecnologi, il nostro sindacato ha affermato ancora una volta la propria posizione che interpreta i ruoli di “ricercatore” e di “tecnologo” come due distinti profili articolati in livelli, che si distinguono solo per diversi gradi di conoscenze, competenze e abilità, in cui i passaggi tra livelli avvengono attraverso l’art.15.
Il “convitato di pietra” della contrattazione all’Aran resta, però, il tema delle risorse ed in particolare la sperequazione tra personale degli enti vigilati dal Mur e quello degli enti non vigilati dal Mur, la cui valorizzazione professionale non è stata prevista dalla scorsa legge di bilancio. In questo senso saranno fondamentali le determinazioni che il Governo assumerà da qui alla fine dell’anno. Lo Snals-Confsal prosegue il pressing presso Governo e Parlamento per l’assegnazione di risorse anche agli enti non vigilati dal Mur: l’approvazione della legge di bilancio sarà un vero punto di svolta anche nella ripresa delle trattative all’Aran.