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Definizione criteri e modalità per l'organizzazione e il funzionamento della Rete nazionale delle scuole professionali - Parere CSPI

Parere CSPI approvato nella seduta plenaria n. 68 del 6/12/2021

Di seguito la sintesi del Parere CSPIsullo schema di decreto del Ministro dell’istruzione, di concerto con il Ministro del lavoro e delle politiche sociali, recante la "Definizione dei criteri e delle modalità per l'organizzazione e il funzionamento della Rete nazionale delle scuole professionali, di cui all’articolo 7, comma 4, del decreto legislativo 13 aprile 2017, n. 61", approvato nella seduta plenaria n. 68 del 6/12/2021:

 

Secondo il CSPI, la Rete Nazionale delle scuole professionali potrebbe avere un effetto promotore per le finalità già previste per legge, ed oggi ancora più attuali ed estremamente dirimenti per lo sviluppo e il rilancio del Paese riconoscendo all’istruzione e formazione professionale un ruolo centrale nel periodo attuale segnato dalle transizioni verde e digitale, oltreché dalla pandemia da Covid-19, fornendo le competenze per affrontare la sfida di un mercato del lavoro in evoluzione e garantendo inclusione e pari opportunità.

Il CSPI, richiamando quanto già espresso in precedenti pareri, ha ribadito che le istituzioni scolastiche della Istruzione Professionale, definite all’art. 1 del d.lgs. 61/2017 come “scuole territoriali dell’innovazione, aperte e concepite come laboratori di ricerca, sperimentazione ed innovazione”, costituiscano un segmento estremamente significativo del Sistema Nazionale di Istruzione e Formazione.

Secondo il CSPI la definizione richiamata sottolinea gli aspetti qualificanti e identitari degli Istituti Professionali. Si evince così come gli Istituti Professionali siano da un lato “scuole territoriali”, strettamente collegate al territorio nel quale agiscono e dall’altro siano scuole aperte al futuro poiché volte a favorire processi di innovazione. Tali Istituti sono pertanto caratterizzati da un’estrema apertura e connessione con il territorio che possono essere identificate con tre diversi paradigmi:

•    lo sviluppo delle funzioni educative, formative e della caratterizzazione degli studi impartiti mediante il ricorso alle attività di “ricerca”;

•    il rapporto con le istituzioni;

•    il tessuto produttivo territoriale di riferimento.

Il CSPI ha auspicato pertanto che la Rete Nazionale, oggetto del DM in esame, sia di effettivo aiuto a questo segmento favorendo l’attuazione dell’innovazione e il rilancio dell’istruzione della formazione professionale in un quadro nazionale di governo del sistema nel rispetto delle competenze legislative costituzionalmente definite, fatta salva l’autonomia delle istituzioni scolastiche e della formazione professionale di competenza regionale.

È necessario, pertanto, che i “comitati” debbano essere costituiti in tutte le Regioni.

Il CSPI ha sottolineato, inoltre, come sia importante, per un efficace funzionamento che la Rete Nazionale si raccordi in modo fattivo e propositivo con le reti nazionali degli istituti professionali già presenti e costituitesi per indirizzi (rete degli alberghieri, rete dei professionali sociosanitari, rete dei professionali MATE, …), valorizzando anche le esperienze già radicate nei territori.

Il CSPI ha ritenuto necessario che la Rete Nazionale diventi volano per il settore dell’istruzione e della formazione professionale, nonché per lo sviluppo e la fattiva realizzazione del Sistema Nazionale delle Certificazioni delle Competenze come previsto dal Decreto-Legge 16 gennaio 2013, n. 13 e dal Decreto interministeriale (MPLS-MEF-MI) del 5 gennaio 2021 recante le “Disposizioni per l'adozione delle linee guida per l'interoperatività degli enti pubblici titolari del sistema nazionale di certificazione delle competenze”.

Il CSPI ha evidenziato nello schema di Decreto in esame alcuni aspetti da esplicitare meglio al fine di evitare la frammentarietà e la vulnerabilità della Rete:

•    durata degli organismi della Rete;

•    criteri sulle modalità di integrazione e interconnessione tra gli organismi previsti nella Rete;

•    principi omogenei per la gestione interna degli organismi.

 

Poiché si prevede che facciano parte della Rete tutte le istituzioni scolastiche statali e paritarie delle Regioni e Province Autonome che offrono i percorsi di istruzione professionale il CSPI ha auspicato, pertanto, la presenza, negli organi di indirizzo e coordinamento della Rete, di un maggior numero di istituzioni scolastiche e formative al fine di una equilibrata rappresentanza per supportare un’adeguata e reale promozione dell’istruzione e formazione professionale, evitando il pericolo di fare della Rete una sovrastruttura burocratica senza un vero raccordo con i territori e le loro specificità.

Il CSPI ha proposto di rafforzare nel testo dello schema di decreto in esame la collaborazione tra Istruzione Professionale, IeFP e Formazione per il completo sviluppo delle filiere formative professionalizzanti anche nel rapporto con gli ITS.

Il CSPI ha ritenuto che in merito alla “valorizzazione del sistema duale”, di cui all’art. 1, comma 1, lett. c),  sia importante la definizione dei LEP, così come previsto dalla normativa di riferimento, in modo da garantire omogenei livelli di qualità.

Il CSPI ha auspicato infine che la Rete promuova azioni per l’orientamento in uscita dal primo ciclo, rispettoso delle attitudini personali di ogni singolo studente, che consentano di acquisire una puntuale e specifica conoscenza dei settori produttivi e occupazionali del territorio, anche per contrastare la dispersione scolastica, ed evitare il rischio di scelte precoci in percorsi che dovrebbero mantenere, anche nel primo biennio del secondo ciclo, una struttura e un’organizzazione sempre aperte ad ulteriori azioni di orientamento adeguate all’età.

Il CSPI ha espresso specifiche richieste di variazione dell’articolato a cui si rimanda nella lettura del testo del parere, esprimendo parere favorevole a condizione che siano accolte le riflessioni espresse in premessa e le proposte di integrazione, soppressione e/o modifica relative al testo dell’articolato.

Scadenze di: settembre 2024