Nella attuale contingenza politico-economica, il sindacato si è trovato ad operare in una difficile situazione sia per quanto riguarda, innanzitutto, il contratto da rinnovare, ormai scaduto, sia per le scelte politiche che, di fatto, ancora una volta, ignorano la scuola e tutto il mondo della conoscenza. A tutt’oggi, solo per la scuola non è stato ancora diramato dall’Aran l’atto di indirizzo per l’apertura delle trattative.Avevamo ottenuto da parte del Ministro Bianchi chiare promesse circa l’apertura di una stagione contrattuale a tre cifre con un aumento congruo e un atto di indirizzo mirato al raggiungimento di obiettivi già espressi nel ‘Patto per la scuola’ firmato il 20 maggio, dove c’era un’idea chiara di rilancio della scuola, dell’Università, degli Enti di ricerca e dell’ Afam.
Come ho affermato il 19 novembre, nel corso dell’audizionealle commissioni riunite di Camera e Senato sulla Legge di Bilancio, alla quale ho partecipato con il Segretario generale Confsal Angelo Raffaele Margiotta, al disegno di legge non sono state apportate modifiche, nonostante una serie di tavoli di confronto. La categoria protesta per l’esiguità delle risorse disponibili per il rinnovo contrattuale, che si tradurrà addirittura in aumenti inferiori a 100 euro medi pro capite che non colmano il divario stipendiale con il restante personale della Pubblica Amministrazione di pari livello d’istruzione (350 euro per i laureati), né quello con il personale scolastico europeo. Non solo non abbiamo risorse sufficienti, ma quelle che sono attribuite sul fondo di valorizzazione dei docenti (210 milioni, pari a circa 12 euro mensili lordi a testa) non sono per tutti ma solo per i docenti che sapranno dimostrare “dedizione” all’insegnamento. Nessuna legge di bilancio può indicare i criteri di assegnazione dei fondi che istituisce”.
Accanto alle questioni contrattuali, rimangono aperti e insoluti altri problemi rilevanti, elusi sia dalla legge di Bilancio sia dal PNRR, che investe in infrastrutture, ma non considera le problematiche del personale.
Mi riferisco al reclutamento e alla stabilizzazione del personale docente e Ata, in particolare ai DSGA facenti funzioni, alle criticità in materia di mobilità, al mancato incremento delle assunzioni dei collaboratori scolastici, alla mancata proroga dei contratti COVID per il personale ATA, agli organici inadeguati, al sovraffollamento delle classi, a nuove e più adeguate procedure concorsuali e abilitanti, all’edilizia scolastica e al suo adeguamento alle norme di sicurezza, alle incursioni legislative su materie di competenza della contrattazione quali la mobilità, la formazione, la valorizzazione professionale. Lo Snals-Confsal denuncia, altresì, la grave mancata attenzione alle problematiche del personale ATA.
Di fronte a questa situazione a dir poco inaccettabile, non siamo rimasti inerti.
Già a fine ottobre lo Snals-Confsal, con gli altri sindacati scuola, ha richiamato l’attenzione dei segretari dei partiti di maggioranza e opposizione chiedendo un incontro urgente per sottolineare la necessità sia di risorse nuove per il rinnovo del contratto, sia di interventi di legge volti a garantire alle scuole una piena funzionalità.
Non abbiamo ricevuto alcuna risposta. Considerato il silenzio del MI, del Governo e della politica, lo Snals-Confsal, con gli altri sindacati, ha deciso di proclamare lo stato di agitazione della categoria, con richiesta di conciliazione, avviando un percorso di mobilitazione.
Con la nostra nota ufficiale al Ministero del Lavoro, al Ministero dell'Istruzione e alla Commissione Garanzia, di proclamazione dello stato di agitazione e di richiesta di conciliazione, abbiamo interrotto le relazioni sindacali e abbiamo dato il via alle primeiniziative di mobilitazione condue grandi assemblee rivolte a tutto il personale della scuola e alle delegate e ai delegati di tutta Italia per coinvolgere la categorianell’ampia mobilitazione.
Sebbene il ruolo della scuola sia considerato crucialeper la ripresa sociale ed economica, non posso non constatare che è mancatala volontà politica di giungere a soluzioni condivise, sia economiche che giuridiche, che riguardino tutto il personale della scuola.
Pertanto, fallito il tentativo di conciliazione in risposta alla nostra richiesta, lo Snals-Confsal ha deciso di proclamare lo sciopero per l’intera giornata di venerdì 10 dicembre. Una decisione inevitabile e coerente con un percorso che la categoria ha compreso e condiviso. Siamo determinati a rivendicare le nostre richieste tenendo alta in questi giorni l’attenzione del Governo, del Parlamento e dell’opinione pubblica sull’istruzione. Se la scuola è davvero un bene comune, come si continua a ripetere, ci chiami il Presidente Draghi per un confronto e il Parlamento modifichi realmente la legge di bilancio nella direzione da noi indicata.
Siamo certi che tutto il personale della scuola parteciperà a questa più che giustificata lotta contro l’ennesima finanziaria che dimentica la scuola e calpesta i suoi diritti.
Elvira Serafini
Segretario generale dello Snals-Confsal