Lo Snals-Confsal ha sempre sostenuto che l’adeguamento degli stipendi alla media di quelli europei e la valorizzazione di tutto il personale del Comparto devono diventare prioritari nelle politiche del personale.
Le risorse messe a disposizione dal PNRR per investimenti e riforme e quelle che provengono dalla nota di aggiornamento al documento di economia e finanza, altre decine di miliardi nel triennio 2022/24, indubbiamente devono servire agli investimenti strategici nei vari settori della vita economica e sociale, ma nell’ottica del riconoscimento professionale e retributivo del personale e dei nuovi compiti e responsabilità ad esso affidati.
Il futuro della scuola italiana e di tutto il sistema nazionale di istruzione e formazione e della ricerca dipenderà ancora di più dalle risorse messe a disposizione dall’Unione Europea in particolare da quelle del PNRR e congiuntamente da quelle nazionali affinché si renda concreta la centralità della scuola, dell’istruzione e della ricerca.
Sia Draghi che Bianchi, infatti, nell’ambito della Cabina di regia riunita il 7 ottobre per l’attuazione del PNRR, hanno assicurato che la ricerca e l’istruzione saranno i settori prioritari degli interventi previsti dal PNRR. Bianchi ha anticipato che saranno messi a disposizione cinque miliardi di euro per interventi strutturali di edilizia scolastica e per le infrastrutture.
Lo Snals ritiene che per garantire la sicurezza e il proseguimento regolare delle attività didattiche occorrano investimenti sul personale e sugli organici attraverso un contratto che garantisca al personale il riconoscimento delle funzioni svolte e il superamento dei vecchi vincoli nella formazione delle classi nelle scuole di ogni ordine e grado e degli attuali criteri di dimensionamento delle rete scolastica
Nell’immediato lo Snals-Confsal valuta positivamente il rifinanziamento dei contratti COVID, ottenuto grazie al suo intervento, anche se ritiene che bisognerebbe arrivare all’organico unico, ma chiede adeguate garanzie per tutti i lavoratori fragili nel rispetto del protocollo di sicurezza sottoscritto nell’agosto scorso. Lo Snals-Confsal considera inoltre urgente estendere a tutto il personale della scuola i benefici pensionistici previsti per i lavoratori che svolgono mansioni gravose, anche in relazione alle mutate condizioni di svolgimento della professione docente, sempre più esposta a stress e rischi derivanti dall’uso delle nuove tecnologie e di internet.
Per quanto riguarda le risorse disponibili per i rinnovi contrattuali del pubblico impiego e del Comparto Istruzione e Ricerca la legge di bilancio non promette nulla di nuovo e di buono. Sono incerti gli stessi aumenti, peraltro molto modesti ( meno di 100 euro lordi, se si sottrae l’indennità di vacanza contrattuale), previsti dal Patto per l’innovazione del lavoro pubblico e la coesione sociale sottoscritto il 10 marzo scorso.
Il personale della scuola viene sempre più caricato di compiti aggiuntivi e di connesse nuove responsabilità e ha dimostrato di saper operare in ogni circostanza e nelle condizioni più drammatiche, impiegando tempi di lavoro non riconosciuti, non quantificabili e non remunerati.
Lo Snals-Confsal chiede, pertanto, che le risorse del PNRR vadano impiegate per assicurare, attraverso un intervento strutturale sul PIL, retribuzioni dignitose, adeguandole alla media europea e riconoscendo il lavoro del personale dell’intero Comparto Istruzione e ricerca. Vanno valorizzati innanzitutto gli impegni che finora non sono stati riconosciuti nei contratti collettivi.
Senza adeguate assicurazioni sull’incremento delle risorse, lo Snals-Confsal ritiene che non ci siano le condizioni per avviare alcuna trattativa per il rinnovo contrattuale.
Altra questione fondamentale è la riduzione drastica del precariato presente non solo nella scuola, ma anche nell’università, nell’afam e nella ricerca. Lo Snals continua a richiedere con forza sia la stabilizzazione del personale sia procedure snelle e trasparenti di selezione e reclutamento sia di rivedere le procedure di nomina, affidate a un algoritmo, che quest’anno hanno generato notevoli difficoltà agli uffici amministrativi e alle scuole.
In vista del termine di una delle possibilità di uscita anticipata con 62 anni di età e 38 di contributi, concessa fino al 31 dicembre 2021, , il tavolo di confronto tra governo e sindacati dovrà individuare risorse e soluzioni al vuoto normativo che emergerà dopo la scadenza della cosiddetta “quota 100”.
Con l’approvazione del Documento Programmatico di Bilancio vengono stanziati 2 miliardi di euro per la riforma delle pensioni che non ci sembrano sufficienti nemmeno a garantire l’uscita anticipata dal lavoro alle categorie del personale della scuola individuate dalla commissione di studio istituita per la ridefinizione dei lavori gravosi.
Lo Snals-Confsal considera urgente estendere a tutto il personale della scuola i benefici pensionistici previsti per i lavoratori che svolgono mansioni gravose, anche in relazione alle mutate condizioni di svolgimento del lavoro nelle scuole, sempre più esposti a stress derivanti dall’uso delle nuove tecnologie e dal particolare contesto di funzionamento, aggravato anche dall’emergenza sanitaria.
Nel frattempo Confsal e Snals, in piena sinergia, stanno esercitando le loro pressioni sul Governo perchè emani a breve l’atto di indirizzo che consenta l’apertura del negoziato contrattuale.
Elvira Serafini
Segretario generale dello Snals-Confsal