Le lezioni universitarie nelle zone gialle e arancioni dal 26 aprile al 31 luglio si svolgeranno prioritariamente in presenza.
Milioni di studenti riprendono, quindi, dal 26 aprile, la scuola in presenza anche nelle zone rosse, ma senza alcun intervento straordinario per la sicurezza da parte di Governo e Regioni: restano infatti irrisolti i nodi che hanno finora determinato la sospensione della didattica in presenza.
Lo Snals-Confsal sostiene da tempo la ripresa della didattica in presenza per tutti gli alunni, anche per ricostituire la relazione educativa stravolta dal Covid-19, ma questa decisione, assunta senza adeguate misure correttive, suscita molta preoccupazione. Si rischia di rimandare nel caos le scuole e di stravolgere, per l’ennesima volta, un’organizzazione che fino ad ora, pur nelle difficoltà, ha consentito alla scuola di funzionare anche attraverso la didattica a distanza.
Questo decreto arriva in un momento in cui la curva epidemiologica, seppur in calo, resta ancora alta a causa delle varianti del virus e senza che siano state adottate misure a tutela della salute e della sicurezza della comunità scolastica che da tempo stiamo invocando. A ciò si aggiunge il fatto che la campagna di vaccinazione del personale scolastico, in alcune regioni, per motivi vari, non ha raggiunto neppure il 50% dei destinatari.
Non va dimenticato che siamo alle soglie degli esami di maturità, appare quindi necessario che il personale delle commissioni riceva la seconda dose del vaccino prima dell’avvio. Tra i tanti nodi irrisolti, c’è in primis l’aggiornamento del protocollo di sicurezza che è rimasto fermo alla versione del 7 agosto. Manca inoltre ogni iniziativa, sia pure a titolo sperimentale, per avviare una campagna per tamponi veloci e ripetuti agli alunni prima del rientro, nonostante le ipotesi avanzate dal Cts, ed è saltata la possibilità di ogni tracciamento. La situazione dei trasporti non è in grado di garantire le condizioni di sicurezza minime previste non essendo stato realizzato, dopo un anno, l’indispensabile potenziamento.
Lo Snals-Confsal ha più volte sollecitato il ministero ad avviare un tavolo specifico per la ridefinizione degli impegni delle parti, evidenziando che ogni ritardo mette a repentaglio la sicurezza di alunni e personale e rischia di pregiudicare l’avvio del prossimo anno scolastico. E’ chiaro che la scuola, priva degli investimenti necessari per affrontare queste evidenti criticità, con gli stessi organici dello scorso anno, non può funzionare. A un anno di distanza dall’inizio della diffusione del coronavirus, è tempo di prendere decisioni “sagge” per garantire il diritto allo studio, la sicurezza e la dignità di tutto il personale scolastico, anche attraverso il rinnovo del contratto di lavoro .
Verso il rinnovo del contratto
Il 15 aprile scorso i rappresentanti dell’Aran e delle confederazioni sindacali, hanno siglato l’ipotesi di contratto quadro sulla composizione dei comparti. L’accordo conferma i 4 comparti esistenti (funzioni centrali, funzioni locali, istruzione e ricerca, sanità) e costituisce il presupposto per l’avvio delle trattative per il rinnovo dei contratti di comparto, tra cui quello della scuola. Dopo l’emanazione dell’atto di indirizzo, che è stato sottoscritto lo scorso 19 aprile dal ministro Brunetta, prenderanno il via le trattative, si spera in tempi brevi. Il personale del Comparto Istruzione e Ricerca, infatti, attende ormai da 3 anni il rinnovo del contratto. I fondi sono stati definiti per tutto il pubblico impiego dalla legge di bilancio 145/ 2018.
Lo Snals-Confsal da subito ha denunciato l’esiguità degli stanziamenti previsti che non tengono conto degli accresciuti impegni e delle responsabilità che da tempo opprimono il personale del Comparto e rivendica un aumento adeguato delle retribuzioni, da equiparare alla media di quelle percepite nei paesi dell’Eurozona.
La roadmap del PNRR
Dopo il passaggio in Consiglio dei Ministri e in Parlamento, il Governo dovrà presentare, entro il 30 aprile, il Piano Nazionale di ripresa e resilienza (PNRR), a Bruxelles, dove la Commissione Europea valuterà i singoli progetti che dovranno far fruttare le risorse del Next Generation-EU nei prossimi sei anni ( 2021-2026).
Il Piano Nazionale è articolato in sei missioni a cui sono assegnati complessivamente 191,5 miliardi di euro; un’ampia strategia che punta su istruzione e ricerca, digitalizzazione, transizione ecologica, infrastrutture, inclusione e coesione, salute. Alla missione n. 4, Istruzione e ricerca, sono assegnati circa 32 miliardi. Un’occasione da non perdere che, se le risorse saranno oculatamente assegnate e spese, può segnare una svolta per il mondo dell’istruzione e della ricerca. Il Presidente del Consiglio Mario Draghi ha definito il PNRR un’incredibile opportunità di sviluppo per invertire la rotta della bassa crescita negli ultimi decenni, liberare il potenziale della nostra economia e consegnare alle giovani generazioni un Paese più moderno all’interno di un’Europa più forte e solidale.
Lo Snals-Confsal sarà parte attiva in entrambi gli appuntamenti, partecipando al negoziato per il rinnovo contrattuale, di cui chiediamo l’immediata apertura, e seguendo l’evolversi dei progetti del Piano Nazionale che auspichiamo vengano approvati dalla Commissione Europea e poi tradotti in riforme serie e misure concrete.
Tutte queste questioni saranno affrontate il primo maggio nella giornata del lavoro Per la ripresa e la rinascita, promossa dalla Confsal, a cui lo Snals-Confsal parteciperà sulla Pagina Facebook: https://www.facebook.com/ConfsalNet. Chi non è su Facebook può seguire la diretta su: www.confsal.it per dare il proprio contributo in rappresentanza dei tanti lavoratori e in nome dei giovani che ogni giorno frequentano le nostre istituzioni in cui si fa istruzione, formazione e ricerca per il futuro della nostra collettività nazionale.
Elvira Serafini
Segretario Generale Snals - Confsal