Tutti gli aspetti della vita pubblica e privata, tutte le attività individuali e collettive, l’economia, la politica, il lavoro, la cultura, hanno subito, per effetto della pande[1]mia, un profondo sconvolgimento. Secondo alcuni, è superato parlare di situazione emergenziale, quasi rientrasse ormai nella normalità la guerra contro un virus che continua a diffondersi e a mietere vittime in tutto il pianeta e che sembra possa essere debella[1]to solo con il vaccino, l'unica arma da praticare a livello globale.
Nella fase attuale, nel nostro Paese, come nella restante comunità europea, la speranza di uscire finalmente dal tunnel è affidata, pertanto, ad un piano vaccinale, che grazie all'accelerazione impressa dall'attuale governo, pur tra tante difficoltà, progressivamente sarà esteso in tutt'Italia e di cui si auspica tutti possano e vogliano beneficiare.
Di fronte al dilagare dei contagi, il futuro si presenta sempre più insicuro a causa della debolezza delle prospettive a livello economico e sociale, sia a breve che a lungo termine.
Papa Francesco ha parlato di “catastrofe educativa” di fronte “ai circa dieci milioni di bambini che potrebbero essere costretti a lasciare la scuola a causa della crisi economica generata dal coronavirus”. E ha sottolineato la necessità di “sottoscrivere un patto educativo globale per e con le giovani generazioni, che impegni le famiglie, le comunità, le scuole e le università, le istituzioni, le religioni, i governanti, l'umanità intera, nel formare persone mature”.
Il ritardo negli investimenti in istruzione e formazione avrà indubbiamente un impatto negativo sulla ripresa dello sviluppo eco[1]nomico dopo la crisi causata dalla pandemia. Migliorare il sistema di istruzione e formazione, sviluppare modelli organizzativi più avanzati, utilizzare le nuove tecnologie a servizio dell'economia, modernizzare la pubblica amministrazione sono obiettivi imprescindibili che l'irrompere del covid rende ancora più urgenti. Di conseguenza, l'investimento in istruzione e in conoscenza oggi assume una importanza ancor più rilevante che in passato.
Un grande Piano nazionale contro la povertà educativa e la dispersione scolastica, soprattutto per l'infanzia e il Sud, nell'ambito del Recovery plan, è stato anticipato dal ministro dell'istruzione Patrizio Bianchi nel corso del recente incontro con la Confsal e con lo Snals.
In quella sede abbiamo sottolineato che si dovrà partire da un serio ed ineludibile piano di investimenti pluriennali per tutto il Comparto Istruzione e Ricerca per risolvere i molteplici problemi strutturali che da anni attendono risposta, e, più in generale, per rilanciare il mondo della conoscenza con l'obiettivo dello sviluppo del Paese, individuando priorità e senza sprecare risorse.
Primi segnali positivi arrivano in questo periodo sia dal Presidente del Consiglio Mario Draghi, che nella sua prima conferenza stampa ha affermato che la scuola sarà la prima a riaprire, ovviamente con la garanzia di condizioni di sicurezza, sia dal decreto legge “Sostegni”, recentemente varato dal Consiglio dei Ministri, che prevede lo stanziamento di 300 milioni di euro per sostenere le istituzioni scolastiche nella gestione dell’emergenza sanitaria. Le risorse saranno gestite dal Ministero dell’Istruzione sia per l’acquisto di strumenti e servizi per la sicurezza di studenti e personale, sia nello sviluppo di attività volte a potenziare l’offerta formativa, il recupero della socialità, il consolidamento degli apprendimenti.
Lo Snals apprezza i contenuti del decreto e le misure messe in campo che danno importanza centrale alla scuola e ne riconoscono la strategicità.
Ma siamo ancora nella fase dell’emergenza.
Ora bisogna accelerare i tempi del confronto sull’apertura del nuovo anno scolastico con soluzioni certe sui temi da noi elencati dettagliatamente al ministro Bianchi, tra i quali: messa in sicurezza degli edifici scolastici, organici adeguati, incremento dei posti di sostegno in organico di diritto, revisionando i criteri per l'assegnazione delle ore di sostegno, mantenimento dell'organico covid docente e ATA, eliminazione delle cosiddette classi pollaio, rivedendo il numero di alunni per classe, non solo per far fronte all'emergenza covid-19,ma anche per un impatto positivo sulla qualità del processo di insegnamento/apprendimento.
Lo Snals auspica, altresì, l’avvio di una seria e proficua stagione di relazioni sindacali soprattutto nella prospettiva dell'apertura del negoziato per il rinnovo contrattuale.
Elvira Serafini
Segretario generale Snals-Confsal