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Dopo il covid tutto è cambiato

Argomenti trattati: COVID 19, didattiche a distanza ,
Dopo varie interruzioni, ritenute necessarie per fronteggiare la pandemia, il Governo con il nuovo DPCM ha confermato la ripresa delle attività didattiche delle scuole superiori con una percentuale minima del 50%, nonostante la curva dei contagi rimanga sempre alta.

Ma le Regioni procedono in ordine sparso usando criteri per la ripresa delle attività didattiche estremamente differenziati e adottando misure di prevenzione diverse, che disorientano alunni, personale e famiglie.

La ripartenza è un evento fortemente atteso e desiderato, per lunghi mesi impedito.  L’impegno personale e professionale di docenti, personale ATA, dirigenti scolastici che con la DAD, fin dall’inizio dell’emergenza, nonostante strumenti tecnologici inesistenti e obsoleti, hanno cercato comunque di salvaguardare le relazioni fra studenti e l’attività di apprendimento sarà ancora più necessario e indispensabile, nella consapevolezza che sulla scuola, sull’università, sulla ricerca e sulle istituzioni Afam si gioca il futuro e la rinascita del Paese.

Il 2020 è stato un anno di cambiamenti e stravolgimenti. Siamo consapevoli che il 2021 non segnerà un ritorno alla normalità che il covid, accelerando trasformazioni già in essere, ha spazzato via insieme alle nostre certezze, alle nostre abitudini consolidate, trasformando dall’oggi al domani la vita pubblica, privata e lavorativa di ognuno di noi, rendendoci più vulnerabili di fronte alla complessità di problemi inaspettati e di difficile soluzione.

Le ricadute negative sulle piccole industrie, i cambiamenti già in corso nei mercati del lavoro, nei rapporti di lavoro e nelle condizioni di lavoro (smart working, DAD nell’insegnamento) sono ormai una realtà. Non sarà facile per i docenti, sovraccaricati da crescenti responsabilità in termini di tutela della salute e sicurezza nei luoghi di lavoro, affrontare le conseguenze del ritorno in presenza, non solo a livello didattico e occupazionale, ma anche psicologico. Non sarà semplice far fronte al senso di solitudine degli alunni, provocato dalla lontananza dalla scuola, al senso di precarietà, alla perdita di punti di riferimento che hanno fatto emergere fragilità e paure anche nelle famiglie, moltissime in difficoltà economiche drammatiche derivanti dalla perdita del lavoro e colpite negli affetti più cari.

In questi mesi lo Snals è stato impegnato a sollecitare il Governo e il ministero a tutelare due diritti fondamentali: il diritto alla salute e il diritto allo studio. Quindi ha chiesto ritorno in presenza nelle scuole sì, ma in sicurezza, tutelando gli alunni e il personale scolastico dai rischi del virus, anticipando l’immunizzazione a docenti e personale scolastico più esposti al contagio, rispetto alla programmata vaccinazione in primavera. E’ indispensabile dare priorità al personale nella campagna di vaccinazioni appena iniziata, al pari del personale sanitario. È chiaro che ogni regione assume le proprie decisioni, ma occorre che la politica nazionale ponga fine alla grande confusione che regna sovrana nel Paese, attanagliato da una crisi politica, sanitaria ed economica senza precedenti.

Lo Snals, in questo periodo, ha denunciato carenze  e ritardi, problemi “storici” che affliggono il sistema scolastico italiano, in permanente attesa di soluzione, e che il covid ha radicalizzato e fatto esplodere in tutta la loro drammaticità. 

Finanziamenti insufficienti, classi troppo numerose, edifici scolastici inadeguati, burocrazia paralizzante, scarsa attenzione da parte della politica, indifferente ai bisogni delle istituzioni educative del Paese. Sopra tutto ciò sovrasta da decenni il mancato riconoscimento sociale ed economico del personale che subisce le conseguenze di un contratto scaduto, della scarsa considerazione sociale, oberato da accresciuti compiti imposti e non riconosciuti.

Lo scenario piuttosto disomogeneo in cui mancano indicazioni chiare e valide per tutto il territorio nazionale, richiede innovazione e investimenti, con un’attenzione particolare a tutti i settori del nostro Comparto, scuola, università, afam e istituti di ricerca, nonchè la capacità politica di saper utilizzare i fondi nazionali ed europei con serietà e senso di responsabilità, mettendo da parte diatribe politiche ed egoismi partitici, che rischiano di far sprecare risorse preziose. Questa è la sfida attuale che il Paese non può permettersi di perdere; ed è anche l’obiettivo prioritario dell’azione del nostro sindacato che metterà in campo le sue migliori energie per contribuire ad una ripartizione mirata dei suddetti fondi, in un quadro organico condiviso, al fine di realizzare finalmente i cambiamenti auspicati.

Elvira Serafini

Segretario generale Snals-Confsal

Scadenze di: ottobre 2024