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Vaccino Covid per i docenti, maggiore monitoraggio e chiarezza nelle indicazione per gli istituti scolastici. Le proposte avanzate dal Segretario Generale SNALS Elvira Serafini

Rassegna stampa SNALS-Confsal 27 gennaio 2021

 

Contagi Covid a scuola, Serafini (Snals): ‘Raccolta dati va intensificata’

Riceviamo e pubblichiamo un comunicato inviatoci dall'Ufficio Stampa di S.N.A.L.S. Sindacato Nazionale Autonomo Lavoratori Scuola.

Da Scuolainforma 27 gennaio 2021 https://bit.ly/2MtTfsm

Contagi Covid a scuola, Serafini (Snals): 'Raccolta dati va intensificata'

Riceviamo e pubblichiamo un comunicato inviatoci dall’Ufficio Stampa di S.N.A.L.S. Sindacato Nazionale Autonomo Lavoratori Scuola.

Contagi Covid a scuola, Serafini (Snals-Confsal): ‘Non abbassiamo la guardia. La raccolta di dati va intensificata’

La discussione sulla riapertura delle scuole continua a essere animata, e non solo nel nostro Paese. In molti stati europei, dove le scuole sono rimaste aperte anche quando quelle italiane avevano prevalentemente adottato la didattica a distanza, ora il dibattito è diventato molto acceso. Nel Regno Unito, dopo il sopravvento della variante B 1.1.7, la cosiddetta variante inglese del virus, che ha comportato l’impennata dei casi di contagio, il governo è stato costretto a chiudere le scuole londinesi e a imporre misure di contenimento più stringenti. Allo stesso modo in Germania, dove i decessi restano costantemente elevati, si guarda alla scuola per capire se e in che modo l’attività scolastica in presenza possa contribuire a un significativo aumento della diffusione del virus. 

 “Il punto essenziale è che ogni valutazione politica sull’opportunità di continuare a svolgere l’attività didattica in presenza deve basarsi prima di tutto su dati oggettivi” afferma Elvira Serafini, Segretario generale dello Snals-Confsal “ma da questo punto di vista il Ministero dell’Istruzione non si è comportato con trasparenza”. Il riferimento è ai dati sui contagi scolastici che sono stati raccolti settimanalmente dal MI nei primi mesi dopo l’avvio del nuovo anno scolastico a settembre, diffusi a singhiozzo e poi sottratti alla disponibilità dei sindacati e dei cittadini, nonostante ripetute richieste di trasparenza. 

“Abbiamo chiesto al Ministero in tutti i tavoli che i dati grezzi venissero resi noti, affinché potessero essere analizzati alla luce del sole -continua Serafini-. Sarebbe stata una opzione utile anche al governo; si sarebbero potute sostenere scelte politiche impegnative su una base fattuale e i cittadini avrebbero capito e accettato più serenamente certe decisioni”. 

Il Ministero dell’Istruzione ha dichiarato di aver continuato a raccogliere i dati sui contagi a scuola e di averli inviati direttamente all’Istituto Superiore di Sanità, che infatti ha pubblicato un rapporto sull’andamento Covid a scuola all’inizio di gennaio, proprio a ridosso della riapertura in presenza prevista dal governo per il 7 gennaio. Il 40% dei casi, si legge nel rapporto, si è verificato tra gli studenti di età compresa tra 14 e 18 anni, il 27% tra gli alunni delle scuole primarie, seguiti dai ragazzi nella fascia 11-13 anni (23%) e dai bambini delle scuole dell’infanzia di 3-5 anni (10%). Ma se c’è qualcosa che quell’analisi dimostra è che i dati sono pochi, mancano molte informazioni decisive, soprattutto sono incompleti per capire dove è avvenuto il contagio degli studenti (a scuola? A casa? Sui trasporti pubblici?) e per sapere dove agire con maggior consapevolezza: se sull’ambiente esterno o su quello scolastico. Inoltre, scrive l’Istituto: “l’impatto della chiusura e della riapertura delle scuole sulle dinamiche epidemiche rimane ancora poco chiaro”. 

“Questo è ancora un discorso di concreta attualità -prosegue il Segretario generale- perché con la riapertura in presenza per tutti gli alunni inizieremo a verificare se ci sono effetti sul numero dei contagi. Abbiamo bisogno che la raccolta dei dati prosegua e venga condotta in sinergia con le richieste del mondo scientifico, in modo da ottenere studi epidemiologici più circostanziati”. 00153 Roma – Via Leopoldo Serra 5 Tel. 06-588931 – Fax 06-5897251 info@snals.it – www.snals.it “Allo stato attuale non sappiamo, per esempio, se i docenti in aula o il personale Ata presentano percentuali maggiori di contagio rispetto ad altre popolazioni di cittadini -incalza Serafini. Una raccolta di dati più mirata potrebbe sciogliere questo dilemma. 


Il nostro sindacato ha chiesto che il personale scolastico sia vaccinato prima, ma è evidente, alla luce degli annunciati ritardi sulla tabella di marcia del piano vaccinale, che in ogni caso gli operatori scolastici saranno più esposti per almeno un paio di mesi”. “Voglio infine ricordare -conclude Serafini- che con l’annuncio del Ministro Manfredi della ripresa in presenza al 50% delle attività didattiche degli Atenei, sarebbe importante un’analoga attenzione ai dati anche nelle università. Non abbassiamo la guardia. Soprattutto ora che la situazione nazionale è resa più complessa dal pericolo del sopravvento di varianti più aggressive del virus e dal contemporaneo rallentamento dell’attività vaccinale”. 

 

Contagi a scuola, Serafini (Snals): “40% positivi tra studenti di 14-18 anni, ma dove è avvenuto il contagio?”

Da Orizzonte Scuola 26 gennaio 2021 https://bit.ly/3iVxbTx

 

Comunicato Snals – La discussione sulla riapertura delle scuole continua a essere animata, e non solo nel nostro Paese. In molti stati europei, dove le scuole sono rimaste aperte anche quando quelle italiane avevano prevalentemente adottato la didattica a distanza, ora il dibattito è diventato molto acceso.

Nel Regno Unito, dopo il sopravvento della variante B 1.1.7, la cosiddetta variante inglese del virus, che ha comportato l’impennata dei casi di contagio, il governo è stato costretto a chiudere le scuole londinesi e a imporre misure di contenimento più stringenti. Allo stesso modo in Germania, dove i decessi restano costantemente elevati, si guarda alla scuola per capire se e in che modo l’attività scolastica in presenza possa contribuire a un significativo aumento della diffusione del virus.

“Il punto essenziale è che ogni valutazione politica sull’opportunità di continuare a svolgere l’attività didattica in presenza deve basarsi prima di tutto su dati oggettivi” afferma Elvira Serafini, Segretario generale dello Snals-Confsal “ma da questo punto di vista il Ministero dell’Istruzione non si è comportato con trasparenza”.

Il riferimento è ai dati sui contagi scolastici che sono stati raccolti settimanalmente dal MI nei primi mesi dopo l’avvio del nuovo anno scolastico a settembre, diffusi a singhiozzo e poi sottratti alla disponibilità dei sindacati e dei cittadini, nonostante ripetute richieste di trasparenza.

“Abbiamo chiesto al Ministero in tutti i tavoli che i dati grezzi venissero resi noti, affinché potessero essere analizzati alla luce del sole -continua Serafini-. Sarebbe stata una opzione utile anche al governo; si sarebbero potute sostenere scelte politiche impegnative su una base fattuale e i cittadini avrebbero capito e accettato più serenamente certe decisioni”. Il Ministero dell’Istruzione ha dichiarato di aver continuato a raccogliere i dati sui contagi a scuola e di averli inviati direttamente all’Istituto Superiore di Sanità, che infatti ha pubblicato un rapporto sull’andamento Covid a scuola all’inizio di gennaio, proprio a ridosso della riapertura in presenza prevista dal governo per il 7 gennaio.

Il 40% dei casi, si legge nel rapporto, si è verificato tra gli studenti di età compresa tra 14 e 18 anni, il 27% tra gli alunni delle scuole primarie, seguiti dai ragazzi nella fascia 11-13 anni (23%) e dai bambini delle scuole dell’infanzia di 3-5 anni (10%).

Ma se c’è qualcosa che quell’analisi dimostra è che i dati sono pochi, mancano molte informazioni decisive, soprattutto sono incompleti per capire dove è avvenuto il contagio degli studenti (a scuola? A casa? Sui trasporti pubblici?) e per sapere dove agire con maggior consapevolezza: se sull’ambiente esterno o su quello scolastico. Inoltre, scrive l’Istituto: “l’impatto della chiusura e della riapertura delle scuole sulle dinamiche epidemiche rimane ancora poco chiaro”.

“Questo è ancora un discorso di concreta attualità -prosegue il Segretario generale- perché con la riapertura in presenza per tutti gli alunni inizieremo a verificare se ci sono effetti sul numero dei contagi. Abbiamo bisogno che la raccolta dei dati prosegua e venga condotta in sinergia con le richieste del mondo scientifico, in modo da ottenere studi epidemiologici più circostanziati”.

“Allo stato attuale non sappiamo, per esempio, se i docenti in aula o il personale Ata presentano percentuali maggiori di contagio rispetto ad altre popolazioni di cittadini -incalza Serafini. Una raccolta di dati più mirata potrebbe sciogliere questo dilemma. Il nostro sindacato ha chiesto che il personale scolastico sia vaccinato prima, ma è evidente, alla luce degli annunciati ritardi sulla tabella di marcia del piano vaccinale, che in ogni caso gli operatori scolastici saranno più esposti per almeno un paio di mesi”.

“Voglio infine ricordare -conclude Serafini- che con l’annuncio del Ministro Manfredi della ripresa in presenza al 50% delle attività didattiche degli Atenei, sarebbe importante un’analoga attenzione ai dati anche nelle università. Non abbassiamo la guardia. Soprattutto ora che la situazione nazionale è resa più complessa dal pericolo del sopravvento di varianti più aggressive del virus e dal contemporaneo rallentamento dell’attività vaccinale”.

 

Vaccino Covid, Serafini (Snals): i docenti sono a rischio contagio al pari dei medici, per ore a contatto con 50-150 alunni [INTERVISTA]

 

Da Orizzonte Scuola 25 gennaio 2021 Di Ilenia Culurgioni https://bit.ly/3qZKvJu

 

“Non si può ignorare che i docenti, insieme a tutto il personale scolastico, siano alla pari dei medici, esposti in prima linea al rischio di contagio”. A Orizzonte Scuola il Segretario Generale dello Snals- Confsal Elvira Serafini: vaccini anti Covid, rientro a scuola in sicurezza, Maturità.

Rientro a scuola per gli studenti delle secondarie di secondo grado un po’ difficoltoso. Diverse Regioni rinviano al 1° febbraio. Pensa che ci siano le condizioni per far sì che si resti in classe senza dover richiudere?

Noi siamo stati fin dal primo momento per la ripresa delle attività didattiche in presenza ed in sicurezza. Purtroppo la scuola ha subito i limiti dell’autonomia differenziata che ha generato soluzioni organizzative diverse sul piano nazionale con grave pregiudizio dell’unitarietà del sistema nazionale di istruzione e formazione. Tra l’altro la scuola sta subendo anche le conseguenze dei mancati investimenti nel sistema dei trasporti e dell’assenza di un sistema di tracciamento efficiente dei contagi. I problemi irrisolti vengono scaricati sulle scuole che devono continuamente riorganizzare i propri servizi, gli orari, la composizione delle classi in ragione di decisioni adottate da chi non ha alcuna idea delle condizioni funzionali in cui versano le scuole. Ci auguriamo che l’amministrazione scolastica e le autorità periferiche del Governo come quelle regionali abbiano valutato con serietà la situazione e riescano a garantire le condizioni di ripresa in sicurezza della didattica in presenza.

Cosa si può fare per avere delle scuole sicure anche in pandemia? La mascherina e le altre misure possono essere sufficienti?

Assolutamente no! Occorreva ed occorre avviare a livello regionale campagne sistematiche di screening rapido della popolazione scolastica che consentano di monitorare costantemente e prevenire il rischio di focolai nelle comunità scolastiche. Occorre poi garantire risorse certe per il ricorso all’organico Covid ed evitare che si ripetano situazioni come quelle che hanno costretto le scuole a sostenere le spese delle proroghe delle supplenze disposte dal decreto “cura Italia”.

E’ iniziata la campagna di vaccinazione, il personale scolastico dovrà tuttavia attendere

Da settimane abbiamo lanciato l’allarme per dare priorità al personale scolastico nella campagna di vaccinazione. Non siamo stati ascoltati! Non si può ignorare infatti che i docenti, insieme a tutto il personale scolastico, siano alla pari dei medici, esposti in prima linea al rischio di contagio. Ogni docente trascorre infatti quotidianamente dalle due alle cinque ore a contatto con un numero di alunni variabile tra le 50 e le 150 unità. Situazione che diventa particolarmente rischiosa nelle scuole superiori, dove la platea, che ha un’età oscillante tra i 14 e i 19 anni, rappresenta la categoria considerata più coinvolta nel veicolare il virus, per la scarsa attenzione che i giovani prestano al rispetto delle misure per il contenimento del contagio, soprattutto nella relazione con i coetanei.

Nel frattempo i ragazzi sono da mesi in Dad. Considerando che da marzo 2020 le lezioni in presenza si sono interrotte, non crede che si rischi di avere delle conseguenze importanti per gli studenti lontani da scuola? La didattica a distanza può colmare in buona parte il vuoto?

La sospensione delle attività didattiche nelle scuole, nelle università e negli istituti di alta formazione a causa dell’emergenza “Covid 19” ha messo i docenti nella condizione di utilizzare diverse forme di didattica a distanza. Tutta la comunità educante, docenti, dirigenti e personale Ata, si è fatta interprete dell’esigenza di garantire il diritto all’istruzione degli studenti.

La “rete”, da sempre considerata da noi una risorsa preziosa non solo per il funzionamento delle scuole ma anche per il consolidamento degli apprendimenti, ha rivelato nell’attuale situazione di emergenza tutte le sue potenzialità. Riteniamo però che in questo momento l’interesse della comunità educante sia soprattutto quello di mantenere attiva la relazione educativa con gli alunni. Tale condizione si può raggiungere pienamente solo con la ripresa delle attività didattiche in presenza ma, ripetiamo, solo se sarà garantita la sicurezza di alunni e personale.

Si attendono novità sulla prossima Maturità. Per oltre l’80% dei partecipanti a un sondaggio di Orizzonte Scuola si può ripetere il maxi orale. Sarebbe d’accordo?

La legge ha delegato il Ministro all’individuazione delle modalità più opportune per lo svolgimento degli esami di stato. Lo Snals- Confsal, come sempre, è disponibile ad un confronto sulla materia. In ogni caso siamo favorevoli ad esami il cui svolgimento segua quello dello scorso anno, magari confermando la deroga dalle prove Invalsi e dalla frequenza dei PCTO ai fini dell’ammissione all’esame di stato nelle superiori.

 

Snals: "La scuola chiede certezze"

 

Da Cosmopolis di Lia Buttari 26 gennaio 2021 https://bit.ly/3qWm0wC

Vaccino Covid per i docenti, maggiore monitoraggio e chiarezza nelle indicazione per gli istituti scolastici. Queste le proposte avanzate dal Segretario Generale Elvira Serafini

Sulla ripresa della scuola in sicurezza ci sono ancora problemi e difficoltà da affrontare. Nonostante il nuovo DPCM del governo, che prevede la ripartenza della didattica in presenza per le scuole superiori del 50%, le regioni procedono in ordine sparso utilizzando criteri estremamente differenziati e adottando misure di prevenzione disorientanti. 

Per il Segretario Generale dello Snals Confsal, Elvira Serafini, al vertice vi è la questione del trasporto pubblico e le inefficienze del sistema di tracciamento dei contagi, responsabili di impattare sulla corretta organizzazione scolastica. Mancano inoltre linee guida chiare e univoche sul tutto il piano nazionale, ma anche locale. 

L’auspicio della Professoressa Serafini è quello di fornire agli istituti scolastici delle indicazioni che possano essere valide e soprattutto vincolanti per tutto il territorio nazionale in ragione delle specifiche situazioni epidemiologiche. Per far questo è necessario che i criteri di valutazione del rischio siano definiti a livello nazionale su base scientifica per diventare effettivamente vincolanti sul piano pratico.

In merito alla campagna vaccinale, lo Snals Confsal ritiene docenti e personale scolastico figure a rischio, al pari di medici e operatori sanitari.  “Da settimane abbiamo lanciato l’allarme per dare priorità al personale scolastico nella campagna di vaccinazione”. Ha dichiarato il Segretario generale Serafini in un’intervista rilasciata ad Orizzonte scuola. “Ogni docente trascorre quotidianamente dalle due alle cinque ore a contatto con un numero di alunni variabile tra le  cinquanta e le centocinquanta unità. Situazione che diventa particolarmente rischiosa nelle scuole superiori, dove la platea rappresenta la categoria considerata più coinvolta nel veicolare il virus.”

"E' necessario avviare a livello regionale delle campagne di screening rapido della popolazione scolastica che diano la possibilità di monitorare e prevenire il rischio di focolai nelle comunità scolastiche. - prosegue la Serafini - Così come occorre garantire delle risorse certe per il ricorso all’organico Covid ed evitare che si possano ripetere delle situazioni come quelle che hanno costretto le scuole a sostenere le spese di proroghe delle supplenze disposte dal decreto “Cura Italia”.

Infine, per la Maturità 2021, lo Snals Confsal è, come sempre, disponibile al dialogo con le istituzioni, ed è favorevole allo svolgimento dell’esame di Stato con le modalità dello scorso anno, magari confermando la deroga delle prove Invalsi e dalla frequenza dei PCTO (percorsi per le competenze trasversali e per l’orientamento) ai fini dell’ammissione.

Scadenze di: settembre 2024