La ripresa delle attività nella scuola dovrà essere effettuata in sicurezza, contenimento del rischio di contagio, benessere psico-fisico di studenti e lavoratori, ma anche nel rispetto dei diritti costituzionali di quanti operano nelle istituzioni scolastiche e in tutte le istituzioni educative del territorio nazionale. Lo abbiamo ripetuto più volte nei nostri interventi on line alla ministra Azzolina e al premier Conte. Con gravissimo ritardo arriva il Piano scuola 2020/2021. Le Linee guida in esso indicate per la pianificazione delle attività scolastiche, educative e formative in tutte le Istituzioni del Sistema nazionale di istruzione, adottate dal decreto n. 39 del 26 giugno, appaiono lacunose e non adeguate alle numerosissime questioni aperte da una situazione che, se non gestita bene, rischia di diventare esplosiva.
Frequenza scolastica in turni differenziati, organizzazione della classe in più gruppi di studio, formati anche da alunni di diverse classi ed età.
Scuola anche al sabato, dove non già prevista, su delibera degli organi collegiali. Continuerà l’attività didattica a distanza, ma in misura marginale e solo per gli studenti delle scuole secondarie di secondo grado, dove “le opportunità tecnologiche, l’età e le competenze degli studenti lo consentono”. Sono queste alcune delle indicazioni contenute nel documento.
Molteplici le criticità rilevate dallo Snals-Confsal. Manca un indispensabile adeguamento degli organici, da noi insistentemente richiesto, sia del personale docente che ATA, anche in funzione dell’inevitabile sdoppiamento delle classi e delle modifiche degli assetti organizzativi delle scuole; non ci sono indicazioni chiare sulla modifica del tempo scuola e sulla garanzia degli spazi necessari ad assicurare il distanziamento, specie negli edifici scolastici più piccoli. Resta ancora da definire l’organizzazione delle mense.
Per quanto concerne i dispositivi sanitari c’è solo un rinvio alle disposizioni di maggio del Comitato tecnico che indicavano un metro di distanza tra le persone e l’uso obbligatorio di mascherine dai 6 anni in su. Secondo il cosiddetto Decreto Legge Rilancio (art. 231 del D.L. n. 34) le scuole dovrebbero provvedere, tra l’altro, all’igienizzazione, alle sanificazioni, all’acquisto di dispositivi di protezione individuale, dispositivi informatici e piattaforme.
Dall’analisi del Piano risulta evidente il mancato impegno del Governo sul piano delle risorse che risultano insufficienti. Non ci si può genericamente limitare a fare appello all’autonomia scolastica come soluzione di tutti i problemi perché se essa non viene contestualizzata e suffragata da risorse, assume il significato di “scarico” di responsabilità sulle scuole e sui dirigenti scolastici in particolare, nel caso di contagi.
A tutela della sicurezza, ci saremmo aspettati la predisposizione di un Piano straordinario di investimenti per l’edilizia scolastica, con la previsione di risorse cospicue per gli enti locali, finalizzate a modernizzare e ampliare gli edifici scolastici, per creare spazi più idonei. Niente di tutto ciò. Va poi considerata un’altra questione che reclama in primis il ruolo del sindacato. Le misure da adottare potranno avere ripercussioni sul rapporto di lavoro del personale, per cui dovrà essere valutata l’eventuale necessità di procedere a integrazioni della disciplina contrattuale.
Nel complesso panorama della ripresa, il diritto allo studio, il diritto alla salute e alla sicurezza, vanno coniugati con i diritti dei lavoratori. Anche per questo è necessario aprire il prima possibile una stagione contrattuale che insieme ai nuovi compiti e alle connesse responsabilità dei docenti ponga al centro il giusto riconoscimento economico del personale della scuola.
Vigileremo, inoltre, che la perdurante situazione di emergenza non lasci spazio ad ulteriori interventi a gamba tesa sui diritti del personale, come si è già verificato in occasione delle ferie dei docenti che alcuni dirigenti scolastici hanno limitato escludendo illegittimamente, nell’ accoglimento delle istanze, l’ultima settimana di agosto.
Posizione, questa, in aperto contrasto con le norme contrattuali, nello specifico con l’art. 13 del CCNL, che non ammette alcuna limitazione del diritto alle ferie. Con gli altri sindacati abbiamo avuto con il Ministero dell’Istruzione un confronto da remoto sulle linee guida che le istituzioni scolastiche saranno chiamate ad osservare nel nuovo anno scolastico. Abbiamo rappresentato le criticità presenti nel piano e l’assoluta insufficienza di risorse finanziarie che condiziona negativamente la messa in opera del piano stesso. L’auspicio è che la ministra si rapporti con noi sulla base di corrette relazioni sindacali e recepisca le nostre osservazioni.
Da parte nostra continueremo, comunque, a chiedere che venga riconosciuta la nostra presenza ai tavoli regionali e alle conferenze territoriali. Vigileremo per un ritorno in sicurezza alle attività scolastiche in presenza, che va garantito assicurando le risorse necessarie per attuare scrupolosamente tutte le misure volte a contrastare i rischi di contagio e a consentire di iniziare serenamente il nuovo anno scolastico.
ELVIRA SERAFINI
Segretario generale Snals-Confsal
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