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La scuola di fronte alla sfida del coronavirus

Ci troviamo di fronte ad una emergenza epocale, ad un virus sconosciuto che si diffonde rapidamente e con particolare virulenza e che ha già colpito quasi tutti i paesi del mondo.

È pandemia, ha dichiarato l’OMS.  L’Italia è in quarantena e già sta facendo i conti con le pesanti ripercussioni sulla vita personale di ognuno e con le disastrose conseguenze sulla nostra economia e sulla tenuta del nostro sistema sanitario nazionale, mentre si diffonde l’allarme di una grave crisi con la chiusura di tante imprese e lo spettro della disoccupazione per migliaia di lavoratori dei settori privati.

Le nuove misure emanate dal Governo volte al contenimento del contagio da coronavirus, hanno stabilito, tra l’altro, la sospensione su tutto il territorio nazionale, dei servizi educativi e didattici svolti dalle scuole di ogni ordine e grado, dalle Università, Accademie, e Conservatori fino al 3 aprile.

La scuola, anche se chiusa, ha organizzato (dove è possibile) una didattica a distanza utilizzando gli  strumenti informatici, e ha messo in atto ogni strategia educativa (Webinar, skype, piattaforme dedicate, weschool,) per salvaguardare il diritto allo studio dei ragazzi, in attesa del ripristino, auguriamoci il più rapido possibile, delle normali attività.

Un sentito ringraziamento va, quindi, a docenti, educatori, personale ATA, dirigenti che stanno dimostrando grande professionalità, anche in questa fase di prolungata sospensione delle attività.

Alla base del lavoro di tutti - e un pensiero di enorme gratitudine va ovviamente anche al personale sanitario che si sta prodigando con eccezionale abnegazione - la volontà di cooperare con le istituzioni, di sacrificare responsabilmente la propria libertà personale al servizio della collettività, di superare insieme questo momento difficile.

Il nuovo clima di impegno, di  solidarietà, potrebbe indurre, tra l’altro, i docenti a far riflettere gli alunni sull’importanza, per l’apprendimento e la crescita personale, del dialogo e del rapporto diretto con l’insegnante che nessuna tecnologia potrà mai sostituire. Puntare solo sulla tecnologia per l’insegnamento, infatti, non solo disconosce l’importanza  del rapporto empatico con l’insegnante, ma pone in essere possibili forme di emarginazione proprio dei soggetti più deboli e maggiormente bisognosi di interventi formativi.

Questa esperienza potrà far nascere una nuova consapevolezza nei nostri ragazzi, aiutandoli a comprendere quanto sia prezioso e unico ogni momento trascorso a scuola: le lezioni in presenza, l’incontro con i compagni, il confronto tra punti di vista differenti, la possibilità di conoscere ogni giorno qualcosa di nuovo e di sperimentare le proprie capacità.

D’altro canto la situazione sanitaria in cui ci troviamo ha reso ancor più chiaro quanto le tecnologie digitali siano fondamentali per gestire a distanza le attività quotidiane. Da una parte ci troviamo ad affrontare un problema nuovo, per certi versi incomprensibile e pericoloso, dall’altra dobbiamo continuare a sostenere il nostro lavoro fronteggiando l’emergenza dotandoci della migliore tecnologia che abbiamo a disposizione.

Proprio il diffuso processo di digitalizzazione attraverso forme di lavoro come lo smart working ha scongiurato in gran parte la paralisi di alcune attività lavorative, causata dalla forzata permanenza in casa, indispensabile per evitare il diffondersi del contagio.

Scuole e famiglie, in tutt’Italia, come tante comunità laboriose e silenziose, nonostante le difficoltà, stanno dando il loro prezioso contributo attenendosi alle direttive governative con grande senso di responsabilità e senso civico, mentre sia da parte delle organizzazioni sindacali che dell’Amministrazione è in atto un coordinamento continuo e un lavoro comune di sostegno dell’attività del personale scolastico.

L’inedita situazione che stiamo vivendo, non può, comunque, e non deve, farci dimenticare le “emergenze” della nostra scuola. Per senso di responsabilità, lo Snals, insieme agli altri sindacati rappresentativi del Comparto, alla fine di febbraio ha deciso di revocare lo sciopero già proclamato per il 6 marzo scorso. Ma le ragioni alla base della protesta non cambiano, permangono tutte e non hanno perduto la loro valenza.

Le problematiche del precariato; i percorsi di abilitazione; le procedure concorsuali; le prove del concorso straordinario; la questione dei Dsga facenti funzione; la mobilità, territoriale e professionale;

il rinnovo del contratto sono temi di tale portata che devono essere assolutamente affrontati non appena la situazione si sarà normalizzata.

Ci auguriamo che al nostro senso di responsabilità corrisponda un analogo atteggiamento da parte del Ministro Azzolina.

Quando l’emergenza sarà finita l’Amministrazione sarà chiamata a riattivare gli incontri tecnici su questi temi che rappresentano i cardini per il funzionamento della scuola. Se il confronto darà ancora esiti distanti, riproporremo lo stato di agitazione dei precari per la loro stabilizzazione e di tutto il personale della scuola per il rinnovo del CCNL.

Insieme contribuiremo a far vincere all’Italia la sfida del COVID-19, insieme continueremo a metterci in gioco con forza e determinazione e insieme riusciremo a vincere la battaglia per la tutela dei diritti di tutto il personale scolastico.

Elvira Serafini

Segretario generale Snals-Confsal

 

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