Inserisci parola chiave:                      Ricerca Avanzata

  • Home > CATTEDRE VUOTE, SCUOLA IN SOFFERENZA. Elvira Serafini (Snals): il sistema si è definitivamente inceppato con quota 100

CATTEDRE VUOTE, SCUOLA IN SOFFERENZA. Elvira Serafini (Snals): il sistema si è definitivamente inceppato con quota 100

Cattedre vuote. Supplenti a go-go. Al sud come al nord. A fare il punto della situazione il segretario dello Snals nell'intervista su La Gazzetta di Taranto

LA GAZZETTA DI TARANTO -  02/09/2019

 

ISTRUZIONE, DIVERSI NODI DA SCIOGLIERE

CATTEDRE VUOTE, SCUOLA IN SOFFERENZA

Elvira Serafini  (Snals): il sistema si è definitivamente inceppato con "quota 100"

di MARIA ROSARIA GIGANTE

EFFETTO TURN OVER«La situazione era già grave a causa del blocco dei concorsi. Nel frattempo, non si è trovata la strategia giusta per un reclutamento veloce»

LA SITUAZIONE A TARANTO«Tante cattedre da dare a supplenza, posti in deroga al sostegno. Con un’unica differenza: Taranto non ha graduatorie del tutto esaurite»

 

Cattedre vuote. Supplenti a go-go. Al sud come al nord. A fare il punto della situazione è la segretaria nazionale dello Snals, la tarantina Elvira Serafini.

Tutto effetto turn over?

«La situazione era già grave a causa del blocco dei concorsi. Nel frattempo, non si è trovata la strategia giusta per un reclutamento veloce. Ora il sistema si è definitivamente inceppato con "quota 100" perché, a prescindere dai pensionamenti che sapevamo sarebbero stati tanti dopo il blocco della legge Fornero, questa è stata una situazione inaspettata. Con una scuola in sofferenza, chi ha potuto è andato via».

Peraltro, difficile conoscere la reale consistenza di "quota 100"...

«Sì, certo, e questo perché ci sono ancora pratiche giacenti che verranno esaminate nei prossimi giorni all’Inps dopo il controllo sommario fatto nelle segreterie scolastiche. Operatori peraltro non tutti adeguatamente formati e che dobbiamo ringraziare per essersi attivati ed aver assunto tali responsabilità».

In assenza di riscontro dall’Inps, tuttavia, il personale va in pensione da domani?

«In realtà, a noi risulta che siano pochi coloro che sono rimasti al palo e che comunque, se non hanno ricevuto alcun decreto dopo aver presentato la domanda, dovranno presentarsi a scuola. Pochi, ma qualche raro caso c’è».

Dunque, cattedre vuote e tanti supplenti?

«La situazione era già grave a causa del blocco dei concorsi. Nel frattempo, non si è trovata la strategia giusta per un reclutamento veloce, cioè gente con la sola laurea ma nessun titolo di insegnamento che si mette a disposizione. Di solito si tratta di giovani neolaureati, ma ci sono anche persone più mature espulse dal mercato del lavoro e che oggi si stanno rimodulando così».

Ci sono discipline prive di aspiranti?

«Sì, purtroppo. E una situazione simile ce l’abbiamo per il personale Ata, collaboratori scolastici, applicati di segreteria, assistenti amministrativi. Speravamo che il concorso dei Dsga andasse a buon fine per risolvere la situazione di migliaia di scuole prive di direttore dei servizi amministrativi. Ma tutto è rimasto in una situazione di stallo».

Come si tamponerà?

«Innanzi tutto con le reggenze, ma non si riuscirà ugualmente a coprire tutti i posti vuoti. Ancora una volta, affideremo le scuole ad assistenti amministrativi per i quali, soprattutto se con tali funzioni da decenni, abbiamo lottato perché al concorso ci fosse una corsia preferenziale. Abbiamo avuto solo una riserva del 30%, ma nessuna apertura per un concorso agevolato».

Eppure, si sperava di superare il precariato

«Siamo profondamente delusi per la mancata pubblicazione dell’accordo siglato ad aprile a Palazzo Chigi con il premier Conte e il ministro Bussetti per velocizzare i Pas (percorsi di abilitazione), i concorsi straordinari, consentire la partecipazione dei dottori di ricerca all’abilitazione, aprire una fase contrattuale per tutto il personale della scuola. Il decreto era passato dal consiglio dei ministri il 6 agosto ma, con la sfiducia al governo, non è stato più pubblicato il 28 agosto sulla G.U.».

Ed ora?

«Ed ora, tutto lavoro inutile dopo aver lavorato per tanti mesi. Avremmo anche trovato soluzioni per i docenti cosiddetti "ingabbiati" cioè coloro che pur avendo altri titoli rimangono nella scuola primaria e non possono passare alla scuola superiore, o appartenenti ad altre classi di concorso che non possono avere la mobilità».

A Taranto, invece?

«La situazione locale è uguale a quella di altre province: tante cattedre da dare a supplenza, posti in deroga al sostegno. Con un’unica differenza: Taranto non ha graduatorie del tutto esaurite».

Scadenze di: ottobre 2024