Mentre andiamo in stampa, è prossima la conclusione della campagna per la raccolta delle firme a sostegno della petizione #sbloccacontratto alla quale ha aderito il personale di tutte le scuole d’Italia.
In questa fase di ascolto della categoria, lo Snals-Confsal ha dato voce ai lavoratori della scuola che rivendicano il sacrosanto diritto al rinnovo del contratto di lavoro e al mantenimento degli scatti di anzianità.
Le migliaia di firme finora raccolte rappresentano la cartina di tornasole della giusta e giustificata protesta nei confronti di un esecutivo che mentre, da un lato, proclama di voler mettere la scuola al centro dei suoi programmi per cambiare l’Italia, dall’altro, continua a tagliare sul sistema dell’istruzione, dell’università e della ricerca e a svilire il lavoro degli insegnanti togliendo loro la dignità di lavoratori.
Se si nega a un lavoratore il diritto al rinnovo del contratto di lavoro, lo si priva della dignità personale e professionale.
E se il lavoratore continua ad essere dipinto come un “fannullone”, se ne discredita a tal punto l’immagine sociale che l’ opinione pubblica, a cominciare dagli studenti e dalle famiglie, avrà sempre meno considerazione e rispetto per il suo ruolo e per il suo lavoro.
È, purtroppo, quanto avvenuto nell’ultimo ventennio: passodopopasso, il pubblico impiego, tra tagli e campagne diffamatorie è stato smantellato e, con esso, la scuola.
Che, nonostante tutto, continua a funzionare bene ed è qualitativamente cresciuta.
Noi lo abbiamo sempre sostenuto e l’ultimo rapporto Ocse lo conferma.
Questo grazie al lavoro che ogni giorno svolgono i docenti con grande senso di responsabilità, nonostante le loro retribuzioni siano molto lontane dalla media europea.
Prorogare, per l’ennesima volta, il rinnovo del contratto di lavoro, praticamente fermo da sette anni, significa calpestare diritti costituzionali.
Rottamare gli scatti di anzianità, quasi fossero un privilegio di pochi, a favore di un sistema meritocratico, basato sui crediti, che rischia di creare docenti di serie A e docenti di serie B,significa non tenere conto di alcuni aspetti.
Ci preme ribadirli, sperando di sgombrare il campo una volta per tutte, da idee errate e faziose.
Gli scatti stipendiali rappresentano elementi fondamentali della retribuzione, l’unica forma di progressione economica per il personale della scuola e di valorizzazione delle competenze maturate con l’esperienza professionale che, peraltro, è riconosciuta anche negli altri paesi europei.
Nel documento inviato al ministro Giannini e al premier Renzi abbiamo indicato, tra le nostre priorità strategiche per il rilancio della scuola, proprio la necessità di salvaguardare le progressioni economiche legate all’anzianità di servizio, unitamente ad una tempestiva apertura del confronto negoziale, sia sulla parte normativa che economica del contratto.
E la nostra richiesta, a nome di tutti i lavoratori della scuola, è ora supportata dalle loro firme sulla petizione che presenteremo, a fine ottobre, in una conferenza stampa con gli altri sindacati della scuola e, poi, alla Presidenza del Consiglio.
Siamo convinti che occorra modernizzare la scuola, abbattendo la burocrazia, destinando maggiori risorse, valorizzando le professionalità che in essa operano.
E siamo altrettanto convinti che solo una nuova cultura, che affermi il rigore degli studi, la serietà nella formazione di conoscenze e competenze, il valore dell’impegno responsabile e il riconoscimento del merito, potrà contribuire alla ripresa e al rilancio del nostro Paese.
Servono organici funzionali per l’autonomia, misure per dare risposte ai giovani,maggior tempo di apertura delle strutture scolastiche distinguendo il tempo scuola dal tempo di permanenza nelle strutture.
E tutto ciò tenendo conto delle mutate condizioni lavorative, rese più onerose dalle nuove sfide educative e dai vari bisogni formativi delle giovani generazioni, dai cambiamenti apportati dall’innovazione tecnologica.
In questo scenario sono le risorse il vero problema.
Ecco perché il programma delineato nel piano governativo “La buona scuola”, rischia di restare un libro dei sogni.
Non sono infatti previste risorse aggiuntive né per il rinnovo del contratto di lavoro, né per il funzionamento didattico e amministrativo delle scuole.
Servirebbe una legge di stabilità che puntasse davvero sulla scuola e che investisse sul settore e sul personale, sottraendo risorse da privilegi, sperperi e dall’evasione fiscale: ecco il primo passo importante da fare.
Lo abbiamo indicato più volte e in tutte le sedi.
Ma i segnali che giungono dalla manovra da 36miliardi presentata dal Governo, non sono positivi.
Il Consiglio Nazionale del sindacato, riunito in questi giorni, sarà l’occasione anche per una riflessione sull’iniziativa intrapresa e, sulla scorta degli esiti della consultazione, per mettere a punto nuove strategie di lotta, in caso di risposte negative da parte del Governo.
È infatti con la partecipazione e la rappresentanza sindacale che si rafforza la democrazia.
Convinti di questo non ci stancheremo di sollecitare il ministro Giannini e il Governo tutto ad avviare un aperto e costruttivo confronto sulle nostre proposte e richieste, per dare risposte concrete alla scuola e al suo personale.
Marco Paolo Nigi
Segretario generale dello Snals-Confsal