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Il risultato della nostra azione contro un provvedimento inaccettabile

Grazie alle pressioni dello Snals-Confsal e degli altri sindacati e al positivo intervento del ministro Carrozza, ma si resta in attesa del decreto legge che garantisce le posizioni stipendiali

La vicenda degli scatti di anzianità, prima erogati, poi tolti dal Mef e poi restituiti, oltre ad essere paradossale, evidenzia in tutta la sua gravità due aspetti strettamente connessi. Innanzitutto la confusione che regna in questo Governo che, fra “problemi di comunicazione”, “impicci burocratici amministrativi” e rimpallo di responsabilità, dopo la protesta dilagante del mondo della scuola e il nostro intervento nei confronti del Ministro  Carrozza, ha dovuto fare marcia indietro sulla richiesta di restituzione, prevista in rate da 150 euro mensili, dei soldi percepiti nel 2013 per gli scatti di anzianità. Proprio mentre è ancora in iter l’accordo per il pagamento delle progressioni stipendiali del 2012. Altrettanto paradossale e  inaccettabile il provvedimento di recupero delle somme percepite dal personale ATA per la prima e seconda posizione  economica dal 1° settembre 2011 le quali, oltretutto, non costituiscono un incremento del trattamento economico individuale, ma sono una diversa utilizzazione di voci retributive variabili previste dal CCNL e quindi non comportano un incremento di spesa per la finanza pubblica. Tra un andirivieni di smentite e dichiarazioni, entrambe le questioni sono  state risolte, il recupero non verrà effettuato, ma l’amarezza per  una vicenda gestita male e gli strascici burocratici restano, creando disagio e incertezze per il personale che deve poter contare su retribuzioni stabili e  non merita di continuare ad essere mortificato da provvedimenti pasticciati e restrittivi. Proprio per garantire la stabilità delle retribuzioni ed evitare recuperi di sorta, lo Snals-Confsal è tempestivamente intervenuto e il Governo si è impegnato ad emanare un decreto legge con effetti immediati, in virtù del quale non si procederà a recuperi e revisione delle posizioni stipendiali acquisite nei confronti di quanti hanno fruito dello scatto nel 2013. Nello stesso decreto si disporrà che il personale ATA che ha fruito delle posizioni economiche non dovrà restituire le relative somme percepite.
Verificheremo che questo impegno venga rispettato; in caso contrario, daremo il via a ferme azioni di lotta. Mentre per il personale docente e ATA siamo riusciti ad ottenere l’impegno del Governo, per quanto riguarda i dirigenti scolastici il MEF oppone resistenza alla richiesta dei sindacati di non decurtare le risorse del Fondo Unico Nazionale per la  retribuzione  accessoria per l’a.s. 2012/2013 sollecitando, nel contempo, la riattivazione dei relativi contratti integrativi regionali sospesi a seguito dei rilievi avanzati presso il Miur. La diminuzione del Fondo provocherebbe pesanti riduzioni dei trattamenti economici.
Poiché, a tutt’oggi, non è stata fornita alcuna risposta, al fine di tutelare le retribuzioni della categoria, lo Snals-Confsal  ha proclamato lo stato di agitazione dei dirigenti scolastici e ha attivato la procedura di conciliazione congiunta con Cisl  scuola e Uil scuola.
La questione, quindi, rimane aperta. La beffa del recupero degli automatismi stipendiali e delle posizioni economiche ATA ha fatto emergere il modo offensivo con cui si continuano a trattare gli operatori scolastici che, dopo aver subito tagli ai posti di lavoro per 8 miliardi di euro e il blocco  del contratto di lavoro e degli scatti fino al 2015 - per effetto della recente legge di stabilità che lo ha prorogato per altri due anni - hanno rischiato di vedersi togliere benefici acquisiti, frutto, peraltro, dei risparmi operati sulla scuola e sanciti in un apposito accordo sindacale.
Un modo di operare da parte del Governo che, purtroppo, è diventato consueto negli ultimi tempi e contrasta fortemente con gli annunci fatti dall’esecutivo sull’importanza della scuola, sul ruolo degli insegnanti e sulla necessità di rilanciare l’istruzione. Alla scuola e al suo personale non servono slogan politici da campagna elettorale, ma scelte concrete che è difficile rinvenire nei provvedimenti del governo Letta.
Anziché far pagare sempre alla scuola, e ai dipendenti pubblici in generale, il prezzo della crisi, si combatta in modo serio e incisivo l’evasione fiscale, il lavoro nero e sommerso, si aggredisca lo sperpero di denaro pubblico, eliminando    consulenze d’oro ed enti inutili, evitando il saccheggio sistematico delle tasche dei cittadini; si liberino le imprese, i  lavoratori dipendenti e i pensionati dal peso eccessivo delle tasse. Tutto questo ha provocato, oltre alla caduta dei consumi derivante dalla crisi e, di conseguenza, della produttività e degli investimenti, la disaffezione e l’allontanamento dei cittadini dalla politica e dalle istituzioni. La stagione dei tagli e delle brutte sorprese per la scuola deve finire.  L’auspicio per il nuovo anno è che si apra una nuova stagione, in cui politiche scolastiche innovative valorizzino, nei fatti e non a parole, la scuola e il suo personale, a cominciare dal rinnovo del contratto di lavoro.
Lo Snals-Confsal, da parte sua, continuerà a lavorare e a battersi per questo obiettivo.

Marco Paolo Nigi
Segretario generale dello Snals-Confsal

 

Scadenze di: ottobre 2024