Lo Snals-Confsal è qui oggi, insieme con gli altri sindacati, per dare voce alla protesta della scuola e del suo personale contro l’iniquità degli interventi previsti nella legge di stabilità. Una delle “finanziarie” più pesanti e sbagliate perché colpisce in misura doppia solo la scuola, con la proroga fino al 2015 del blocco del contratto di lavoro, già fermo al 2009, e con la sospensione degli scatti di anzianità.
Voglio soffermarmi, in particolare, su questi due punti. Per diminuire il debito pubblico e alleggerire il cuneo fiscale, il Governo blocca i contratti, cioè taglia gli stipendi dei pubblici dipendenti Un intervento, questo, particolarmente iniquo che provocherà effetti deleteri sul potere d’acquisto delle retribuzioni dei lavoratori della scuola, sul recupero dell’inflazione e comporterà una diminuzione progressiva dello stipendio.
Il blocco delle retribuzioni e dei contratti nel pubblico impiego ha portato in 6 anni a una perdita del potere di acquisto di circa 6 mila euro per ogni dipendente, mille euro l'anno, mentre il blocco degli scatti di anzianità si traduce in un altro taglio secco di mille euro l'anno. Una doppia penalizzazione per la scuola che è insopportabile!.
Oltretutto, viene lasciato inalterato un sistema fiscale sbagliato, oppressivo e inefficace perché gli sgravi fiscali - dei quali, tra l’altro, non usufruisce il pubblico impiego - sono talmente irrisori da non poter avere nessuna efficacia concreta né sulle retribuzioni dei cittadini né sulle imprese virtuose che assumono e investono in innovazione.
Il blocco dei contratti, inoltre, determinerà sicuramente ricadute depressive sull’intera economia del Paese, allontanando la ripresa dei consumi e degli investimenti. L’altro danno gravissimo per i lavoratori della scuola è la sospensione degli scatti di anzianità. Un’ingiustizia che colpisce tutti, anche i pensionati e gli immessi in
ruolo, che avranno gravi ripercussioni sulla ricostruzione di carriera.
Noi sosteniamo, invece, che la progressione economica per anzianità è un valore, è stata acquisita per legge ed è un diritto che va salvaguardato ed è riconosciuto dalla gran parte dei paesi più avanzati.
Di fronte a questo scenario la scuola dice BASTA! È ora di cambiare rotta e di smettere di far pagare il prezzo più alto della crisi economica agli strati più deboli della popolazione. Lo Snals-Confsal, a tutela di una scuola ferita e mortificata, rivendica, pertanto, l’urgente apertura del tavolo negoziale per il rinnovo del contratto, sia sulla parte normativa che economica, e il recupero degli scatti del 2012 con relativi arretrati e di quelli degli anni successivi; la stabilità degli organici con l’immissione in ruolo su tutti i posti vacanti e disponibili, l’unificazione dell’organico di diritto con l’organico di fatto e l’eliminazione del precariato. Il sindacato chiede inoltre investimenti per l’istruzione e la formazione, per la ricerca e l’innovazione tecnologica, da reperire mediante una dura lotta al sommerso, all’evasione e all’elusione fiscale, agli sprechi e alle inefficienze amministrative. Un passaggio netto, quindi, dalla politica dei tagli alla politica degli investimenti. Con la manifestazione odierna, la nostra battaglia continua in Parlamento per una nuova politica che investa a favore della scuola, da considerare risorsa strategica e motore di sviluppo, e della valorizzazione economica e professionale di tutti i suoi lavoratori.
Marco Paolo Nigi
Segretario generale Snals-Confsal