Nel primo incontro con il Ministro dell’Istruzione, Maria Chiara Carrozza, da noi sollecitato per individuare misure concrete per la qualità del sistema educativo e per la valorizzazione del personale della scuola, abbiamo sottoposto le priorità indicate sia nel nostro manifesto programmatico, sia nella lettera inviatale in occasione della sua nomina. Non ci sembra superfluo focalizzarle nuovamente perché rappresentano i punti cardine della nostra piattaforma politica e rivendicativa.
Il primo obiettivo è, ovviamente, l’urgenza del rinnovo del contratto collettivo nazionale di lavoro che il governo ha bloccato fino al 2014, e il riconoscimento del recupero dell’anzianità di servizio anche per il 2012, che deve essere mantenuta anche per gli anni successivi. La proroga del blocco contrattuale, infatti, come abbiamo denunciato più volte, è un grave danno per i lavoratori della scuola perché va a colpire non solo il contratto, ma anche gli automatismi stipendiali, con riflessi negativi sulle ricostruzioni di carriera e sui trattamenti pensionistici. Per gli anni 2010 e 2011 siamo riusciti a salvaguardare gli scatti di anzianità, che sono l’unica forma di progressione di carriera per il personale della scuola, e ora stiamo conducendo la nostra battaglia perché siano riconosciuti anche per il 2012 e per gli anni a seguire. La nostra lotta ha già ottenuto un primo risultato: nel decreto lavoro è stata cancellata la norma che prevedeva il prelievo forzoso delle risorse finalizzate alla progressione di carriera per destinarle ad altri scopi. Continueremo, comunque, la nostra battaglia per la salvaguardia di questo inalienabile diritto del personale della scuola. Vogliamo poi che venga data attuazione alla norma di legge che prevede l’istituzione dell’organico pluriennale di istituto e di rete del personale docente e ATA, da noi fortemente voluto perché consentirebbe alle istituzioni scolastiche di programmare gli interventi su base pluriennale, come si fa in tutte le aziende, compreso il fabbisogno di personale, e risponderebbe alle loro esigenze organizzative.
È necessario, quindi, superare l’ obsoleta e inefficace distinzione tra organico di diritto e di fatto, in favore di un organico unico in cui risolvere in piena autonomia anche il problema delle supplenze, della stabilizzazione dei precari e del mantenimento dei livelli di occupazione del personale di ruolo.
Va poi affrontata la problematica delle assunzioni e del reclutamento, completando innanzitutto il piano delle assunzioni per l’anno scolastico 2012/13 su tutti i posti disponibili, con quelle relative al personale ATA; va trovata, inoltre, un’equa soluzione per i docenti inidonei e garantito l’assorbimento progressivo dei precari inseriti nelle graduatorie ad esaurimento. Alla luce della conflittuale esperienza dell’ultimo concorso ordinario, è ineludibile la realizzazione di un organico sistema di reclutamento, mediante la definizione di regole eque e trasparenti. Nel corso dell’incontro non abbiamo mancato di proporre il nostro modello di scuola che, oltre ad offrire agli studenti più spazi e opportunità formative, può dare risposte alla accresciuta domanda sociale.
Si può prevede un ampliamento dei tempi di apertura delle istituzioni scolastiche sia per il recupero e il rafforzamento degli apprendimenti curricolari e delle competenze, sia per realizzare attività sportive, culturali, assistenziali, in funzione delle esigenze delle famiglie e del territorio. Occorre, tuttavia, distinguere i tempi delle lezioni curricolari da quelli dedicati alle altre attività che devono essere svolte da altre figure educative, evitando confusione di ruoli e sovraccarico di lavoro per il personale della scuola.
A riguardo abbiamo proposto di prevedere la possibilità, anche per i professionisti della scuola, di svolgere su base libera e volontaria, attività di recupero oltre l’orario di lavoro, in maniera trasparente e regolamentata, realizzando uno speciale regime di “intramoenia” già attivato in altri campi, come quello sanitario. Nell’auspicare che il Ministro accolga le nostre richieste e le nostre proposte, prendiamo atto dell’impegno assunto, anche a nome del Governo, di voler valorizzare la scuola e i suoi operatori, di porre all’attenzione del Paese la necessità di riconsiderare l’importanza della funzione della scuola, dell’università e della ricerca, di riconoscere la spesa per l’ istruzione come prioritaria e, quindi, di investire nel settore. È quanto, peraltro, noi perseguiamo da anni, con la nostra battaglia per l’affermazione di una nuova cultura che riconsideri la serietà degli studi e preveda il riconoscimento della professionalità del personale della scuola, il recupero della riconsiderazione sociale e retribuzioni adeguate ai livelli europei.
È di tutta evidenza che i primi atti dell’esecutivo sull’istruzione non vanno verso questa direzione. La realtà è che in un contesto instabile sia a livello politico che economico, in cui l’Italia fa fatica ad uscire dalla crisi, guidato per di più da una coalizione “anomala”, - con tutti i contrasti e le conseguenze che ne derivano -, per l’istruzione non c’è spazio. Non è solo un problema di risorse. Manca soprattutto la volontà politica di porre mano seriamente allo sviluppo di quei settori che possono rilanciare l’occupazione e la crescita, nonché alla valorizzazione della scuola e del suo personale. Pertanto, nel confermare la mobilitazione, a nome di tutti i lavoratori della scuola chiediamo risposte concrete al Governo “del fare”, in primis il ritiro del decreto che blocca i contratti e il reperimento di risorse per la relativa copertura finanziaria.
In caso contrario la scuola non esiterà a scendere in piazza per rivendicare il riconoscimento del suo ruolo istituzionale nella società e il rispetto per il lavoro dei suoi operatori.
Marco Paolo Nigi
Segretario generale Snals-Confsal