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Al Direttore Generale
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Loro Sedi
Oggetto: Documento
unitario CGIL – CISL – UIL – CONFSAL
Bozza di
Regolamento ITS applicativo del DPCM 25 gennaio 2008
In riferimento alla
documentazione consegnata nel corso della Conferenza dei Servizi del 30 marzo
u.s. e dopo l'incontro del 6 aprile c/o il Convitto nazionale Vittorio
Emanuele II, CGIL CISL UIL e Confsal propongono le seguenti osservazioni,
confermando, in via preliminare, il contributo offerto con i documenti
unitari del luglio 2009 e marzo 2011.
Innanzi tutto si
richiede l’immediata riattivazione del Comitato Nazionale per l’IFTS, nella sua
rinnovata composizione prevista dall’art. 3 comma 2
del DPCM del 25/1/08, quale luogo di partecipazione alla
discussione e al confronto da parte di tutti i soggetti istituzionali e
sociali.
Parimenti devono essere
valorizzati i Comitati regionali IFTS (cfr art. 11 comma 2 DPCM) quali organismi
istituzionali territoriali di indirizzo e programmazione.
Nel merito della
documentazione proposta appare evidente come la mancata con testualità dell’apposita
normativa e l’assenza degli allegati al decreto interministeriale non
permetta di avere un quadro chiaro sul quale esprimere un giudizio compiuto.
In particolare non è affatto chiara l’identità degli Istituti Tecnici
Superiori alla luce dei recentissimi interventi normativi del MIUR nel
settore Università.
Infatti, lo schema di
decreto interministeriale è strutturato sul modello dei Regolamenti della secondaria
di II grado, in linea di continuità con l'idea degli ITS quali "scuole
speciali di tecnologia" costituenti "un canale formativo di livello
post-secondario, parallelo ai percorsi accademici", mentre il Decreto
sulla programmazione triennale 2010-12 dell’Università, recentemente
registrato dalla Corte dei Conti (DM 50 del 23 dicembre 2010), dovrà ancora
individuare, attraverso un apposito gruppo di lavoro, eventuali classi o
corsi di studio attivati presso le Università i cui obiettivi formativi
possono essere raggiunti più adeguatamente presso gli ITS, nonché la
disattivazione di quei corsi di laurea con obiettivi formativi che possono
essere più appropriatamente conseguiti presso gli ITS. Tutto questo crea un
quadro di riferimento in cui va ad inserirsi la bozza di decreto interministeriale
problematico e pieno di incognite.
Decreto
interministeriale
La bozza di decreto
interministeriale, all’art.1, affronta le materie di cui agli art 4 comma 3 e
8 comma 2. A parere di CGIL CISL UIL e Confsal il decreto potrebbe anche
disciplinare la certificazione e il riconoscimento dei crediti (art.5) e la
possibilità per particolari figure che i percorsi possono avere la durata di
sei semestri ai fini dell’accesso agli albi di taluni collegi e ordini professionali.
L’art. 2 ha per oggetto le
figure nazionali di riferimento, i relativi standard delle competenze comuni
e tecnico professionali meglio descritte nell’allegato “Quadro aree/ambiti
con relativa descrizione di figure e competenze”. L’art. 2 della bozza di DM
individua 19 ambiti di articolazione delle aree tecnologiche. Inoltre alcuni
ambiti presentano ulteriori articolazioni per un totale di 27 figure
nazionali. Questo numero frutto del lavoro in progress, potrebbe ancora
aumentare, in considerazione del fatto che il sistema agro-alimentare è in
fase di riconsiderazione, così come il sistema casa. Le figure sono
brevemente descritte, mancano, però, gli allegati relativi alle competenze.
CGIL CISL UIL e Confsal ritengono che le stesse debbano essere declinate in competenze
generali di base comuni a tutti i percorsi, competenze tecnico professionali
comuni a tutte le figure di ciascuna area tecnologica e ambito, mentre le
competenze specifiche di ciascuna figura vanno affidate alle Fondazioni in
risposta ai fabbisogni formativi delle imprese del settore produttivo
rilevati sul territorio. Nelle tre articolazioni in cui si caratterizza
ciascun percorso va definita la quota massima di riferimento per le attività
da svolgere in forma di stage e tirocini. A tal proposito può essere
condivisibile la bozza di profilo culturale e professionale descritto
nell’allegato
A; appare ovvio
ricordare che le figure nazionali, oltre ad avere una facile spendibilità nel
mondo del lavoro, devono trovare coerenza e rispondenza nei ccnl. Inoltre, in
considerazione della rapidità con cui si evolve l’innovazione tecnologica,
occorre prevedere dei meccanismi di revisione periodica delle figure e delle
relative competenze, in coerenza con il livello V° del Quadro Europeo delle
Qualifiche per l’Apprendimento permanente (EQF).
L’art. 3 riguarda gli standard
delle competenze e i requisiti minimi per l’accesso ai percorsi, riferiti a
ciascuna figura di cui agli allegati A, B, C, D, E, F ancora non noti e sui
quali ci riserviamo di esprimere il nostro contributo di merito non appena
saranno di nostra conoscenza. Manca inoltre la tabella di correlazione a
regime tra i diplomi degli istituti tecnici e degli istituti professionali e
le aree tecnologiche di riferimento (allegato 3). Anche se la materia
dovrebbe essere trattata nelle norme transitorie, è indispensabile conoscere
l’orientamento del MIUR in ordine alla correlazione tra ITS e percorsi
tecnici e professionali del precedente ordinamento tenuto conto che, ancora
per quattro anni, avremo diplomati in base ai vecchi percorsi e proprio
perché occorre dare certezza alla spendibilità dei titoli conseguiti a
conclusione dei percorsi strutturati secondo il previdente ordinamento.
L’art.4 si riferisce ai di
diplomi di Tecnico Superiore di cui non si riporta il modello (allegato 4).
Rispetto alla proposta
di costituzione delle Commissioni d’esame prevista dall’art. 5 CGIL
CISL UIL e Confsal, pur giudicando positiva la rappresentanza dei vari
soggetti coinvolti nella governance dei percorsi, avanzano la seguente
proposta di variazione:
- un rappresentante
della scuola, scelto tra i dirigenti scolastici di ruolo degli istituti
tecnici e/o degli
- istituti
professionali non impegnati nelle Fondazioni di partecipazione;
- un docente esperto
interno proveniente dal mondo del lavoro con almeno cinque anni nelle imprese
dell’area tecnologica e dell’ambito ai quali si riferisce il percorso
dell’ITS, impegnato nella realizzazione delle attività di tirocinio;
- un componente scelto
tra i docenti di ruolo degli istituti secondari superiori di discipline
tecnicoprofessionali impegnati nella docenza;
- un rappresentante,
indicato dal MIUR ecc……,
- un rappresentante
della Regione.
Riguardo al
rappresentante MIUR, scelto tra i docenti universitari, si segnala che il
numero dell’allegato richiamato è errato.
La verifica delle
competenze acquisite (art. 6) articolata in tre prove, di cui una predisposta
dall’INVALSI, sembrano coerenti con i percorsi e con tutto il sistema
d’istruzione. Desta qualche perplessità la contemporaneità che bisogna
assicurare alle prove nazionali, atteso che l’articolazione del calendario delle
attività formative non è dettato da una norma ordinamentale. Rispetto a tali prove
si chiede che vengano rese disponibili per gli studenti apposite simulazioni.
Il comma 3, a proposito di attività formative, oltre ai tirocini deve
menzionare espressamente gli stage. Inoltre deve essere chiarito che i
tirocini formativi non hanno alcun tipo di riferimento a qualsiasi forma di contratto.
Nulla dice la bozza di
dm relativamente al riconoscimento dei crediti per l’accesso ai percorsi, soprattutto
per gli adulti con riferimento alla formazione continua dei lavoratori. A
questo proposito, come già richiamato nel documento unitario, vanno precisate
le modalità con cui i percorsi formativi degli ITS possono entrare in
relazione con il sistema della formazione continua, al fine di “promuovere
reti territoriali” e, in prospettiva, un quadro di riferimento nazionale.
Altri capitoli da
sviluppare, a parere di CGIL, CISL, UIL e CONFSAL, sono:
·
una puntuale definizione del credito formativo
(CF) in relazione alla tipologia degli insegnamenti e delle attività ed alla
strutturazione dei percorsi;
·
l’eventuale utilizzo dell’istituto
dell’apprendistato per l’alta formazione che deve avere come quadro di
riferimento l’Intesa sottoscritta tra Governo, Regioni, Province Autonome e Parti
Sociali il 27 ottobre 2010;
·
la creazione di un banca dati efficace ed
efficiente al fine di monitorare e valutare l’andamento degli ITS rispetto a:
a. accesso libero e
trasparente di giovani e adulti con particolare attenzione alle pari opportunità;
b. capacità del sistema
ITS di intercettare domanda e offerta formativa;
c. riscontro/verifica
di quanti, alla fine del percorso ITS, hanno effettivamente conseguito un
contratto di lavoro.
Il comma 5 dell’art 15 del DPCM prevede che
gli standard qualitativi e le modalità di reclutamento dei docenti e del
personale utilizzato sarà definito con apposito decreto interministeriale,
sentite le OOSS maggiormente rappresentative. In attesa di ricevere una
proposta formale CGIL CISL UIL e Confsal, relativamente al reclutamento del
personale, avanzano le seguenti osservazioni di merito:
l’art 4 comma 2 al
punto e) prevede che il 50% dei docenti deve essere espressione del mondo del
lavoro con specifica esperienza professionale; per questi ribadiamo che
devono essere individuati, a livello nazionale, specifici criteri e requisiti
d’ingresso. Analogamente le linee di indirizzo della programmazione triennale
2010-12 dell’Università prevedono la partecipazione diretta di personale docente
e/o ricercatore negli ITS; ciò non può avvenire con un semplice
trasferimento, ma attraverso una mirata procedura di selezione. Inoltre CGIL
CISL UIL e Confsal ritengono importante che, nella conduzione scientifica di
ciascun percorso, il Comitato Tecnico Scientifico, per quanto attiene
l’organizzazione didattica e formativa, sia supportato e sostenuto da un
nucleo (3-4) stabile di docenti. Detto personale potrà essere reclutato anche
attraverso lo strumento contrattuale delle utilizzazioni tra i docenti della
scuola secondaria superiore titolari di discipline tecnico professionali,
coerenti con le aree tecnologiche previste dall’art. 7 del DPCM, appartenenti
a classi di concorso in esubero provinciale. Procedure selettive di
collocazione vanno previste anche per il personale ATA impegnato in attività
di supporto gestionale ed amministrativo.
In attesa di conoscere
le altre bozze di documenti, sulle quali sin d’ora, CGIL CISL UIL e Confsal, si
impegnano ad offrire il proprio contributo di merito, si porgono distinti
saluti.
Roma, 12 maggio 2011
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